Polizia locale: il "caso Borgotti" arriva in Procura, esposto contro sindaco e segretario comunale

La Polizia locale di Lecco
Il "caso Borgotti" è arrivato in Procura. A portarcelo giovedì mattina l'ex comandante della Polizia locale del Comune di Lecco Calogero Sanfilippo che ha raccolto un fascicolo di quasi 200 pagine tra corrispondenza - in particolare con il sindaco Virginio Brivio e il segretario comunale Sandro De Martino - e atti amministrativi. La vicenda ruota attorno alla figura di Paolo Borgotti, comandante - seppure per un brevissimo periodo - del corpo della Polizia locale della città. Dopo il pensionamento di Franco Morizio infatti, Palazzo Bovara pubblicò un avviso di mobilità volontaria per la copertura del posto e il primo in graduatoria risultò l'ufficiale che, però, non entrò subito in servizio a tempo pieno a Lecco, perché nonostante avesse l'autorizzazione al trasferimento, ha continuato per un periodo a operare contemporaneamente presso il Comune di nuova destinazione e presso il Comune di provenienza, Bovisio Masciago. Lo stesso Ente che poi a fine settembre revocò il nulla-osta, impedendo di fatto a Borgotti di prendere definitivamente possesso della scrivania in via Sassi. Una "circostanza che fa seguito ad una legittima e comprensibile decisione, seppur imprevedibile e quanto meno tardiva dell'attuale Ente datore di lavoro del Dr. Borgotti, che ha portato alla revoca del nulla osta necessario affinché il Comandante potesse essere incardinato definitivamente e a tempo indeterminato nei ruoli del personale del Comune di Lecco" aveva detto il primo cittadino. Secondo Sanfilippo però le cose starebbero diversamente: "È stato il segretario generale di Lecco ad offrire sua sponte [...] ‘l'utilizzo temporaneo della risorsa in condivisione tra i due enti per un periodo non superiore ai tre mesi'; ed è stato il Segretario generale nella determina n. 183 ad esplicitare la motivazione sull'utilizzo temporaneo e cioè ‘al fine di consentire al Borgotti la chiusura di alcune procedure presso il Comune di provenienza'". Ne seguì un accordo tra i Comuni su una "convenzione per l'utilizzo condiviso del dipendente" valida inizialmente dall'8 marzo (data del pensionamento del predecessore di Borgotti a Lecco, Franco Morizio) al 30 giugno 2018 (sarebbero diventati poi sette mesi). Una strada diversa dal "prevedere il trasferimento entro 15 giorni dalla comunicazione di idoneità, pena la decadenza", come sottolinea Sanfilippo. Fatto sta che fin dall'ottobre 2017, l'ex comandante Borgotti aveva ottenuto il "nulla osta incondizionato" dal Comune di Bovisio Masciago al trasferimento presso altre pubbliche amministrazioni. Nulla osta che, stando al comunicato del sindaco Brivio, sarebbe poi stato imprevedibilmente "revocato", lasciando senza guida, dopo pochi mesi, la polizia locale lecchese. "Mi rifiuto di credere che la ritirata del Borgotti sia da addebitare al Comune di Bovisio Masciago, per cui chiedo al Segretario generale, Sandro De Martino di trasmettermi gli atti, epistolari e non, intercorsi con detto Comune intesi a ‘riprendersi' quel Comandante, al quale era stato conferito il Nulla Osta Incondizionato al trasferimento presso altre Pubbliche Amministrazioni". La ragione autentica delle dimissioni di Borgotti, sempre secondo Sanfilippo, non andrebbe infatti cercata a Bovisio Masciago ma semmai a Cesano Maderno, ente dove l'ormai ex comandante della polizia locale di Lecco avrebbe legittime aspirazioni nella "Dirigenza dell'Area Città Sicura". Quello che con il suo esposto l'ex comandante Sanfilippo chiede alla Procura è di "accertare l'eventuale sussistenza di responsabilità penali a carico del sindaco di Lecco Virginio Brivio, soggetto a conoscenza di tutta la corrispondenza intercorsa nell'ambito di questa procedura, del segretario generale del Comune di Lecco Sandro De Martino, di Giulia Vetrano, dell'ex comandante della Polizia Locale Franco Morizio, - questi ultimi presenti nella commissione che di valutazione prevista dall'avviso pubblico di marzo - del segretario Comunale di Bovisio Masciago Andrea Bongini, del comandante della Polizia Locale Paolo Borgotti e di quant'altri abbiano avuto parte nella procedura di mobilità per cui è causa".
M.V.
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