Antonio Stoppani best seller nel 1904 con ''Il Bel Paese''

Dopo i Promessi Sposi e Cuore, il libro più letto dagli italiani nel 1904 non è Pinocchio ma Il Bel Paese, dell’abate Stoppani. Così scrive Luca Clerici, docente di letteratura italiana contemporanea alla Statale, nel presentare, sulle pagine del quotidiano La Repubblica, il suo recentissimo volume “Libri per tutti – l’Italia della divulgazione dall’Unità al Nuovo Secolo”, edito da Laterza. E’ lo stesso Clerici ad aggiungere, a conferma della notorietà, riferendosi ancora ad Antonio Stoppani, “Quando Egidio Galbani inventa il primo formaggio porzionato, lo chiama proprio formaggio Bel Paese”.


La casa natale di Antonio Stoppani, presso i portici vecchi di piazza XX Settembre, allora piazza del Mercato

Ed è sempre lui a scrivere: “Appassionato naturalista in erba, dalle amate montagne di Lecco, Antonio Stoppani ben presto cala a Milano e nella “città più città d’Italia” – la definizione è di Giovanni Verga – diventa uno scienziato popolarissimo. Piace con quel suo visone rotondo, con quel sorriso fino, arguto e benevolo, con quella chioma grigia e folta, graziosamente scossa nell’impeto del dire, con quella voce armonica ed insinuante”. Nella presentazione, sempre su La Repubblica, del suo libro Luca Clerici aggiunge: “Grande naturalista, abile conferenziere, intraprendente fund-raiser (finanzia la costruzione del museo di storia naturale di via Palestro, che ha fatto progettare), l’abate Stoppani firma anche un best-seller dell’Italia unita, che è Il Bel Paese”. Ce n’è a sufficienza per far compiere ai lecchesi un sussulto di legittimo orgoglio per il concittadino nato nella vecchia piazza del Mercato, ora piazza XX Settembre, presso i vecchi portici, dove due lapidi ricordano l’autore del Bel Paese “conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d’Italia”.


Stoppani sacerdote novello, e poi abate geologo

Antonio Stoppani spicca anche nei riferimenti bibliografici delle principali opere citate in “Libri per tutti” di Luca Clerici. Sono nove quelle menzionate di Antonio Stoppani, dalle “Note ad un corso annuale di geologia”, dettate per uno degli ingegneri allievi del reale istituto tecnico superiore di Milano, con tre volumi dal 1866 al 1870, alla pubblicazione “Da Milano a Damasco”, ricordo di una carovana milanese nel 1874, edito da Cogliati nel 1888, due anni dopo “Che cosa è un vulcano”, uscito a Firenze da Barbera nel 1886 e sempre citato nei riferimenti bibliografici. Non si può, poi, non rammentare che nell’indice dei nomi di “Libri per tutti” Antonio Stoppani è chiamato in causa ben trenta volte.


La pubblicità del formaggio Il Bel Paese

Nell’articolo che occupa una pagina intera su La Repubblica, dal titolo il “Bel Paese degli scienziati democratici”, Luca Clerici evidenzia: “Orgogliosi interpreti della tradizione risorgimentale, studiosi di fama internazionale ed efficaci divulgatori, uomini al servizio delle istituzioni sono anche altri intellettuali nuovi, come Stoppani, tutti di estrazione non umanistica ma scientifica. Se gli almanacchi scientifico-popolari di Paolo Mantegazza corrono di mano in mano fra il popolino, il romanzo igienista “Un giorno a Madera” si rivolge ad un pubblico meno ingenuo ed è subito tradotto in spagnolo, croato, francese, tedesco, olandese e portoghese”. Per dovere di cronaca c’è da citare che Paolo Mantegazza supera Stoppani nell’indice dei nomi, menzionato ben 70 volte. Nel libro si può anche leggere: “Figlio di un self-help man, appartenente alla piccola borghesia, laboriosa ed istruita, consistente nella zona di Lecco da cui proviene, il prete naturalista deve probabilmente alla sua estrazione familiare l’attenzione che sempre dimostrò nei confronti della scienza applicata, all’industria ed all’economia, finalizzata a sostenere lo sviluppo ed il progresso del paese”. Un’attenta lettura dell’interessante volume di Lucia Clerici non può poi non notare la menzione, tra le opere citate a piede di pagina, di “Sulle tracce di Antonio Stoppani – Percorsi fra montagna, scienza ed arte”, a cura di Adriana Baruffini, edito dalla sezione CAI di Lecco, con Amici dei Musei del territorio lecchese.
Aloisio Bonfanti
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.