Lecco: è esploso nel XX secolo il Matitone, simbolo della città

I lecchesi delle precedenti generazioni guardavano, in particolare, il campanile della Basilica di San Nicolò, nella sera di vigilia della notte di Natale, quando il suono festoso dei nove bronzi scandiva la distanza oraria dalla Messa solenne della Natività, e poi ancora la notte di San Silvestro, l'ultima dell'anno, per cogliere gli attimi solenni dei rintocchi di mezzanotte, che segnavano il passaggio tra vecchio e nuovo anno. Era, quest'ultimo il momento fatidico per "bruciare" simbolicamente il vecchio anno ed iniziare il brindisi augurale per il nuovo. Non c'erano, ovviamente tutti gli orologi da polso, da mobili o da arredo, nonché, ovviamente i cellulari dell'era contemporanea.

Scheda tecnica riassuntiva del campanile di san Nicolò

Il campanile di San Nicolò, ufficialmente inaugurato la notte di Natale 1904, ha avuto, negli ultimi anni, una crescente valorizzazione culturale e turistica, grazie all'impegno instancabile di un gruppo di volontari, sorto presso l'oratorio San Luigi, che ha fatto conoscere il monumentale e storico complesso in tutta la sua articolazione e con le sue straordinarie vedute panoramiche sulla città, sul lago e sul territorio.
Ai cronisti veterani non mancano domande poste da cittadini che hanno visitato o intendono visitare il campanile. Una domanda, ad esempio, più volte posta: quando il termine "matita" o "matitone" è noto per la prima volta nelle vicende ultracentenarie del campanile? Nel 1947 il compianto giornalista Giampiero Gerosa, pubblicando l'interessantissimo libro "Quel borgo che si incammina ..." scrive "La nostra città annovera quattro torri: una torre vera è proprio quella viscontea ... c'è poi, nel gruppo, un campanile, quello della prepositurale, che è altissimo, che è fiero della sua bellezza. Esso costituisce una caratteristica di Lecco, come il Resegone, per fare un esempio. E' un'appuntita "matita" che scrive nel cielo i fervidi giorni della nostra città".
Lo stesso autore, l'anno successivo, nella nuova pubblicazione "C'è città e città", scrivendo del Cinema Marconi di via Ongania, che è l'attuale auditorium Ticozzi, evidenzia: "E' sì un cinema periferico, ma nello stesso tempo cittadino perché quando esci ti trovi il campanile della prepositurale proprio sopra la testa, alta "colonna" nera sullo sfondo del cielo stellato o bigio, che sia".
Risale, invece, al 1959 la prima valorizzazione turistica del campanile.

A sinistra i Ragni con razzi luminosi sul campanile

Erano le prime festività di fine anno all'insegna del boom economico e del nascente benessere, dopo il tempo delle ristrettezze post belliche, nella fase difficile della ricostruzione e della rinascita. Lucenti e festose erano le vie del centro, per la prima volta addobbate con strisce luminose a forma di pino. Una stella cometa brillava sul campanile di San Nicolò L'illuminazione era promossa dall'Azienda Turismo, allora ancora Pro Loco, in collaborazione con l'Unione Commercianti e con l'ELMA. Il vulcanico Angelo Gattinoni, detto anche Baldo con il suo negozio di via Roma, affidava l'immagine del Natale ad un suo estroso schizzo dove il campanile di San Nicolò si vede incorniciato da un gigantesco abete.


L'oratorio San Luigi, di Lecco centro, nella domenica precedente il Natale festeggiava i 50 anni della chiesetta dedicata alla Madonna Immacolata, in occasione della festa dei Cooperatori. La festa concludeva un autunno intenso, che aveva visto il grande Palio delle Contrade, con la mobilitazione di centinaia di giovanissimi, stretti intorno ai vessilli di Vittoria, Centro, Basilica, Santo Stefano, allora non ancora parrocchia. La giornata della festa per il mezzo secolo si concluse con una spettacolare pioggia di stelle, nel tardo pomeriggio, dal campanile della Basilica, con strisce scintillanti che spezzavano le tenebre di un tenebroso tramonto invernale.

A destra lo schizzo del campanile incorniciato con abete luminoso del Natale 1959

Sono poi arrivati i famosi Ragni della Grignetta, i rossi maglioni dei rocciatori lecchesi. Venne decisa una scalata del campanile, in occasione della prima domenica di ottobre dell'antica festa di Lecco. Migliaia di persone seguirono dal cortile dell'oratorio, dal sagrato, dal parcheggio di via Parini e dalle vie circostanti, la arrampicata dei Ragni che risale, per la prima volta, al 1992. La prima domenica di ottobre 1999 i Ragni tornarono sull'altissimo lapis, come scrisse un quotidiano, "che riempì di orgoglio civico i lecchesi quando venne inaugurato la notte di Natale dell'anno 1904". I rocciatori salirono e discesero dal campanile "infiammando" il casco protettivo con fumogeni colorati, quasi incenso di ammirazione per il campanile, "nebbie" del tempo portato via con il vento del lago che soffia impetuoso fra le arcate della cella campanaria.

Un quotidiano commentò l'avvenimento scrivendo "Sulla fettuccia del Novecento che esce dalla storia, l'omaggio è rivolto al campanile che resterà nelle vicende di Lecco come una delle meraviglie del secolo XIX, anzi la prima delle stesse, nell'arco di 100 anni che hanno visto opere imponenti, dai nuovi ponti sull'Adda ai grattacieli, al nuovo sistema viabilistico della superstrada 36, superando il vecchio della statale dello Stelvio e dello Spluga". Ma nessuno aveva previsto che il nuovo XX secolo avrebbe portato ad una scoperta di così rilevante valenza storico-turistica del campanile. Merito degli Amici del Matitone, termine ormai a tutti caro per indicare il campanile alto 96 metri.
Aloisio Bonfanti
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