Mandello: consegnate le ‘benemerenze’ al Dr. Comini, Cav. Conato e Giuseppe Moioli

Tre pilastri della comunità, tre esempi di una vita spesa per gli altri e per il bene del proprio paese, divenuti fondamentali punti di riferimento per individuare la strada da percorrere, come singoli e come collettività.

Il consiglio comunale di Mandello

Si tratta del dottor Giovanni Comini, del Cavaliere Luigi Giuseppe Conato e di Giuseppe Moioli, che nella serata di ieri, sabato 26 gennaio, hanno ricevuto le prime benemerenze civiche della storia del Comune di Mandello del Lario: la consegna della "Grigna d'Oro" è avvenuta sul palco del Cinema Teatro De André, in una seduta straordinaria di Consiglio Comunale che si è trasformata in una speciale serata commemorativa - soprattutto nel ricordo dei primi due benemeriti, entrambi scomparsi nel 2015 - ricca di racconti, testimonianze ed emozioni.

L’assessore Silvia Benzoni, il vice sindaco Serenella Alippi, il sindaco Riccardo Fasoli

"In una società come la nostra che ci deve vedere impegnati in una lotta contro l'individualismo - ha esordito il sindaco di Mandello Riccardo Fasoli - le forti esperienze di questi nostri concittadini ci mostrano la strada da battere per migliorare noi e il nostro paese nella vita e nel lavoro di ogni giorno". Tre figure, quelle dei benemeriti, profondamente significative e in un certo senso anche complementari, le cui esistenze si sono più volte intrecciate per contribuire, su binari diversi, alla crescita del paese e del suo tessuto sociale. A vagliare le candidature ricevute dalla cittadinanza per l'assegnazione del riconoscimento è stata un'apposita Commissione, che ha ravvisato in tutti e tre gli uomini sui quali è poi ricaduta la scelta una forte propensione al donare tempo e risorse agli altri.


Propensione innata nel dottor Giovanni Comini, classe 1930, risultato il primo assegnatario - alla memoria - della "Grigna d'Oro", consegnata ai figli: dal 2016, l'anno successivo alla sua scomparsa, porta il suo nome la locale sezione AVIS, da lui fondata nel 1958. Medico condotto di notevole valore, dotato di profonda umanità ed empatia, uomo di cultura e appassionato di montagna, ha promosso personalmente anche l'attività dell'AIDO e del Soccorso degli Alpini, prestando inoltre servizio di volontariato professionale presso la Cooperativa Incontro e il Gruppo Amici degli Handicappati. "Nella sua discrezione e profonda intelligenza, ha lasciato a tutti noi un'eredità fatta di suggerimenti concreti e proposte di lavoro, della quale speriamo di essere all'altezza" ha dichiarato l'attuale presidente AVIS Roberto Rosa. "Il dottor Comini aveva una straordinaria capacità di ascolto e di mediazione, di interpretare i tempi e di compiere, se necessario, scelte "controcorrente", dimostrando sempre pazienza, saggezza e caparbietà, tutti valori che ha trasmesso ad ognuno di noi con la sua amicizia". Grazie a una sua idea, nel 1983 la sezione mandellese dell'AVIS fu la prima in Italia a decidere di "eliminare" la tradizionale consegna delle medaglie ai donatori per devolverne il corrispettivo valore in beneficenza.

Roberto Rosa, Franca Lafranconi, Grazia Scurria

"La sua è sempre stata una presenza pacata e discreta, ma allo stesso tempo estremamente efficace" ha aggiunto Franca Lafranconi della Cooperativa Incontro, che ha voluto ricordare l'impegno del dottor Comini per i più fragili, e nel caso specifico per i ragazzi disabili a cui, come professionista e come uomo, ha dimostrato sincera vicinanza, con pazienza ed empatia. "Ha sempre dedicato i suoi talenti alla comunità, a chi aveva bisogno di lui" ha poi concluso il consigliere di minoranza Grazia Scurria, che attraverso alcuni ricordi personali ha definito il primo benemerito "un professionista stimato e un uomo di ammirevole virtù, riservato ma estremamente cordiale".

La consegna della benemerenza ai figli del dr. Comini


Parole di elogio anche quelle spese per Luigi Giuseppe Conato, classe 1931, insignito nel 1995 dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Instancabile e tenace, fu promotore, nel 1979, della nascita del Soccorso degli Alpini, da ormai quarant'anni "umilmente al servizio di tutti". Come il dottor Comini, con il quale collaborò per la creazione del sodalizio, era animato da un autentico spirito di solidarietà e vicinanza agli altri, con la convinzione che "ciascuno di noi è in qualche modo debitore nei confronti del prossimo". Spinto da grande passione, si dedicò anche alla ricerca culturale e storica, dando un forte impulso alla riscoperta delle radici del nostro territorio e fondando l'Archivio Comunale della Memoria Locale. "Luigi ci ha lasciato diversi libri sulle nostre frazioni di Somana, Olcio e Maggiana, ma il punto di forza delle sue ricerche è stato sicuramente Leonardo da Vinci, a cui ha dedicato quattro pubblicazioni, nonché mostre e conferenze" ha ricordato Simonetta Carizzoni, dell'Archivio Comunale, alle cui parole hanno poi fatto eco quelle del consigliere di minoranza Maria Lidia Invernizzi: "La sua vita è stata ricca di avventure: Luigi ha incontrato Leonardo nel nostro territorio, guardando con gli occhi e con il cuore le bellezze naturali osservate dal genio toscano". Scomparso il 17 novembre 2015, è stato rappresentato sul palco mandellese dai due nipoti, che hanno ricevuto la "Grigna d'Oro" alla sua memoria.

Il capogruppo degli Alpini Ermes Gaddi, Simonetta Carizzoni, Maria Lidia Invernizzi


Non è invece mancato all'importante appuntamento Giuseppe Moioli, 91 anni e una vita interamente spesa per il canottaggio nella "sua" Mandello. Sportivo dalla carriera ineguagliabile, uomo mite e laborioso, ha vinto numerosi titoli internazionali partecipando a quattro edizioni dei giochi olimpici - con un oro a Londra nel 1948 - per poi dedicarsi generosamente alla crescita fisica, psicologica e atletica di tantissimi ragazzi mandellesi, che hanno imparato il gesto della voga sotto la sua guida. Il suo profondo attaccamento al territorio ha fatto sì che Moioli restasse praticamente per tutta la sua vita a Mandello, rinunciando persino alla possibilità di allenare la Nazionale Italiana. "A noi atleti ha sempre trasmesso costanza, fiducia, passione e spirito di sacrificio, lavorando per lo sviluppo non solo dei migliori, ma di un intero gruppo, a partire dalla base, rappresentando di conseguenza un punto fermo per la Canottieri e per tutta la comunità" ha ricordato Piero Poli, già campione nella disciplina sportiva e medico ortopedico, che ne ha elogiato anche la forza d'animo e la capacità di restare sempre al passo con i tempi.

La consegna della benemerenza ai nipoti del Cav. Conato


Non ha trovato per lui un titolo più calzante di quello di "Maestro di vita", invece, Niccolò Mornati, anch'egli atleta iridato nel canottaggio che, non potendo essere presente alla cerimonia, ha affidato i suoi pensieri su Moioli a una lettera. "Il suo modo di lavorare con noi era caratterizzato da un'efficacia talvolta cruda, ma sempre accompagnata dalla parola giusta al momento giusto" le parole di Mornati. "Capitava spesso, con lui, di trascorrere decine di minuti sul lago in un silenzio assordante, rotto soltanto dal rumore delle onde, quando non sentiva la necessità di parlare per spiegarsi. È grazie a lui, alla sua anima schietta e genuina, se la Canottieri ha potuto rappresentare un "collante" per tantissimi atleti, spesso uniti da sinceri legami di amicizia".

Piero Poli e il sindaco Riccardo Fasoli. Sotto Giuseppe Moioli

Infine, l'ultima testimonianza non poteva che essere quella del sindaco Riccardo Fasoli, sinceramente grato a colui che ha voluto definire "un allenatore, un amico, un esempio e una guida". "Moioli è innamorato del canottaggio, forse il segreto della sua eterna giovinezza è proprio la sua incredibile dedizione a questo sport" ha chiosato il primo cittadino. "Per lui, emblema di una profonda umiltà, ogni vogatore è una nuova storia da scrivere, un nuovo capitolo da affrontare. Con la sua testimonianza di vita e di carriera non può che essere ancora in grado di stupire e di rappresentare un esempio per ciascuno di noi".

Visibilmente emozionato, Giuseppe Moioli ha così concluso la serata ricevendo la "Grigna d'Oro" direttamente dalle mani di uno dei "suoi" ragazzi, chiudendo simbolicamente il cerchio di una comunità che per la prima volta ha voluto rendere omaggio a tre delle sue figure più importanti e rappresentative.
B.P.
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