Lecco: 'un archivio in-vita', il Politecnico ospita una mostra dedicata a Giuseppe Riccardo Badoni, tra famiglia e azienda
"Te se regordet?"

"Ma secund tè?! Sò sta lé trentacinc ann!"
La trascrizione dialettale non rende giustizia alle parole trasudanti emozione di due ex lavoratori della Antonio Badoni spa di Lecco dinnanzi ai pannelli espositivi. Guardano le immagini con stampata in volto l'espressione di chi sta dimenticando i capelli bianchi e magari qualche acciacco dell'età tornando ragazzino, in un tempo andato ma ancora scalfito nella mente e nel cuore. Un tempo fatto certamente di lavoro ma anche di ricordi intimi incastonati fra la sirena dell'ingresso in fabbrica al mattino e quella "delle liberazione" nel pomeriggio. "Un archivio in-vita" inaugurata nel tardo pomeriggio odierno al Politecnico celebra un po' anche loro, gli ex dipendenti, diversi dei quali si sono prestati a raccontare la propria esperienza nei videofilmati che impreziosiscono ulteriormente una mostra che, attraverso appunto le testimonianze degli uomini che l'hanno vissuta, narra da un punto di vista privato e famigliare la storia di un'importante realtà industriale del Novecento che ha contribuito a rendere "grande" la piccola e laboriosa Lecco.
"Questa mostra non vuole essere un esercizio di memoria ma piuttosto un luogo di attivazione del presente. Il titolo scelto, un archivio in-vita, nasce dal desiderio di aprire una traccia vitale, invita-nte appunto, che promuova e stimoli più ampie e ambiziose avventure: aprire nuovi possibili percorsi per immaginare il futuro" si legge nella prefazione al catalogo, a firma della curatrice Francesca Brambilla.
VIDEO
I filmati storici tratti dall'archivio della famiglia
per visualizzarlu tutti, clicca qui
"La mostra nasce dalla consultazione dell'Archivio Personale di Giuseppe Riccardo Badoni, ancora oggi custodito in una stanza dedicata nella casa famigliare e del fondo Archivio Famiglia Badoni, depositato dalla famiglia stessa, presso i Musei Civici di Lecco nel 1989 successivamente donato nel 1998. In particolare, nella mostra, si dà vita al personaggio di Giuseppe Riccardo Badoni (GRB), attivo sulla scena lecchese, nazionale e internazionale, per oltre 50 anni, tra il 1910 e il 1960".
La voce narrante è quella di Marta Badoni. "La drammatica fine della Badoni negli anni '90 ha innescato nella città un processo di oblio tale da rischiare di rimuovere, assieme alla delusione, anche la ricchezza di idee, di lavoro, di impegno delle persone che nella Badoni hanno speso la loro vita. Eppure è bastata una scintilla, il progetto di riportarne gli Archivi al Polo lecchese del Politecnico di Milano, per innescare un fuoco di ricordi. È toccato a me, ultima figlia di Giuseppe Riccardo, di affiancare Francesca Brambilla, mia pronipote e curatrice della mostra, nell'impresa di vegliare che il fuoco riscaldasse senza bruciare. Ho cercato di dare un'immagine viva di mio padre, filtrata dai miei ricordi, dall'abitudine professionale a fare i conti con le emozioni - ha detto, da medico psicanalista abituato a scandagliare l'animo umano - ravvivate in questo caso da una miriade di fonti, tra cui un prezioso diario scritto nei primi anni del '900, da un padre allora non ancora ventenne. Non posso che augurarmi che il lavoro sia solo agli inizi e che gli archivi trovino davvero vita".
Francesca Brambilla, Marta Badoni, Lorenzo Riva e Manuela Grecchi
"L'idea di questo progetto è nata quasi per caso in occasione di un incontro con Marco Bocciolone, Francesca Brambilla e Marta Badoni" ha ricordato Manuela Grecchi, Prorettore Delegato del Polo territoriale di Lecco, parlando dinnanzi ad una nutrita platea di ospiti, prima del simbolico taglio del nastro. "Nel raccontare alcuni episodi relativi alla vita del papà Giuseppe Riccardo, Marta mi mostrò alcune fotografie e documenti tecnici dell'archivio di famiglia. Ne fui rapita. Era impossibile non percepire la ricchezza di un patrimonio così denso di storia, valori, territorio e innovazione. La prospettiva di trasferire gli archivi della ditta Badoni presso l'edificio dell'ex maternità del campus era già in essere e quindi quale occasione migliore di una mostra per cominciare a riportare alla luce questa meravigliosa realtà. Il territorio lecchese oggi vanta eccellenze in ambito nazionale e internazionale che, forti di una radicata tradizione industriale, hanno saputo rinnovarsi e trovare lo slancio per rendersi competitive anche oltre confine. Ritengo quindi doveroso valorizzare la storia di un uomo che senza dubbio è stato un protagonista del nostro passato, ambizioso e lungimirante, precursore di innovazione e che sono certa possa essere di ispirazione per i nostri giovani".
L'archivio familiare, dunque, come anticipato è il vero filo conduttore della narrazione che si svolge all'interno del Polo territoriale di Lecco. La natura del campus universitario, animato ogni giorno da circa 1000 studenti e gli spazi comuni a disposizione della mostra, hanno determinato la modalità di allestimento. Si è preferito tralasciare l'esposizione di delicati documenti storici da proteggere sotto teca, consuetudine che accompagna le più tradizionali esposizioni di questo tipo e privilegiare un allestimento suggestivo più adatto al contesto dove l'idea dell'archivio è data dalla carta, dai faldoni, dalle scaffalature. A completare l'esposizione una APP per grazie alla quale è possibile visualizzare il modello 3D del Viadotto Italia, il ponte sul fiume Lao costruito dalla Antonio Badoni spa nel 1966 ("vedere il filmato del momento di congiunzione degli ultimi elementi mi ha emozionato" ha ammesso in relazione proprio a tale opera il prorettore emerito e attuale direttore del dipartimento di Meccanica Marco Bocciolone).
VIDEO
I ricordi dei lavoratori
per visualizzarli tutti, clicca qui
"Questa è una mostra centrale per la nostra città, che ha visto il coinvolgimento attivo anche dell'amministrazione comunale e del Si.M.U.L., con il quale si vuole omaggiare la figura di uno dei più grandi imprenditori lecchesi alla vigilia dell'inaugurazione dell'ultimo lotto dei lavori della sede del Politecnico dove, a breve, "troveranno casa" nell'ex Maternità l'archivio tecnico della Ditta Badoni e l'archivio Famiglia Badoni oggi di proprietà del Comune di Lecco, conservati in parte a Villa Manzoni e in parte in un deposito esterno. Un lungo e meticoloso lavoro di ricerca archivistica ma anche un emozionante viaggio nella memoria e nei ricordi di chi lo ha conosciuto, che hanno permesso oggi di portare a conoscenza e di rendere patrimonio collettivo una parte importante della storia e della cultura del nostro territorio" ha detto l'assessore alla Cultura Simona Piazza, affiancata al tavolo dei relatori da Lorenzo Riva, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, altro partner dell'iniziativa.
"Il nome della Famiglia Badoni, a Lecco ma non solo, evoca per tutti la grande tradizione industriale di cui "la Badoni" è appunto una delle icone, in un territorio dove la lavorazione del ferro si intreccia indissolubilmente con il suo destino. Negli anni in cui Giuseppe Riccardo Badoni dava sviluppo alle sue idee e all'attività della sua fabbrica, in tutto il lecchese ferveva un mondo fatto di piccole e grandi realtà produttive. Ognuna di loro è stata senza dubbio essenziale per la crescita del sistema produttivo locale, ma alcune di esse hanno lasciato un segno particolarmente profondo, hanno fatto da esempio e da traino per le aziende meno strutturate e hanno portato nel mondo il nome della nostra Città. Oggi, le carte che vengono messe a disposizione ci fanno entrare ancora una volta "alla Badoni", da un tracciato privato, e di questo siamo grati alla Famiglia Badoni, e in particolare a Marta Badoni e Francesca Brambilla, che ci fanno questo regalo. Confindustria Lecco e Sondrio è stata sin da subito fra i sostenitori della Mostra, convinta si tratti di un dono dal valore inestimabile, non solo perché è traccia ancora viva della nostra storia, ma perché è anche guardando agli esempi come quello di Giuseppe Riccardo Badoni che possiamo meglio affrontare periodi complicati".

"Quando stavano costruendo quel ponte lì è passato un treno carico di bambini di Lecco che andavano al mare, in colonia. Gli operai hanno fermato il convoglio e sono saltati su a salutare i piccolini. Uno di loro ero io" ha detto, guardando una foto un visitatore di una mostra che con GRB racconta dunque uno spaccato di una città che ai Promessi Sposi ha sempre accostato il ferro.
orario di apertura lunedì - venerdì dalle 9 alle 18
sabato dalle 9 alle 1729 marzo - 28 giugno 2019
tutto il materiale è disponibile sul sito www.archivibadoni.polimi.it
A.M.