Gilardoni Raggi X: le condizioni di salute di M.Cristina non le consentono di essere processata

La Gilardoni Raggi X di Mandello del Lario
Non doversi a procedere per incapacità irreversibile dell’imputata di partecipare al processo. Questa è in estrema sintesi la sentenza pronunciata poco fa dal giudice monocratico del tribunale lecchese Martina Beggio in merito alla posizione di Maria Cristina Gilardoni, 86 anni, ex “patron” dell’omonima azienda di Mandello del Lario specializzata in forniture di apparecchiature a raggi X, finita in un “vortice” giudiziario per presunte vessazioni perpetrate nei confronti di alcuni suoi dipendenti e che l’ha trascinata in tribunale con l’accusa di lesioni e maltrattamenti.
Seduti insieme a lei al banco degli imputati sono finiti il suo ex braccio destro Roberto Redaelli con il medesimo capo d’imputazione, la dottoressa Maria Papagianni e il nipote della 86enne Andrea Ascani Orsini, accusati di colpa in vigilando rispetto alle condizioni dei dipendenti.
Il perito, il dottor Maurizio Boris Zappacosta, incaricato a giugno dal giudice titolare del fascicolo, ha depositato lo scorso 26 agosto la sua relazione in merito alla capacità di stare a processo dell'imputata. Il neurologo ha valutato clinicamente l'imprenditrice, ricoverata nello scorso maggio per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, analizzando la sua documentazione sanitaria, effettuando un test cognitivo generico, non riuscendo tuttavia ad effettuare un’intervista strutturata perché è risultato impossibile al medico procedere.
A detta del medico le condizioni dell'imputata renderebbero ''impossibile la capacità di stare a processo sia per le fasi attinenti al rito, alle fasi processuali, alla comprensione di domande e testi, a relazionarsi con il suo avvocato. Tutte queste attività sono assolutamente al di fuori delle sue possibilità”.
Il dottor Zappacosta, su precisa domanda del giudice Beggio, ha anche specificato che la condizione della 86enne è irreversibile.
Il dottore non ha saputo poi specificare -su domanda del legale della donna, l’avvocato Nicolò Vailati, in sostituzione del collega Cicconi, nonostante l’opposizione, non accolta dal magistrato, delle parti civili che si sono battute non facendo parte questa specificazione del quesito- se la condizione descritta della signora Gilardoni si potesse retrodatare tra il febbraio del 2012 e il febbraio del 2016, tempo in cui si sarebbero verificati i fatti oggetto del processo: ''a posteriori è impossibile da valutare, essendosi la signora sempre opposta a farsi visitare''.
Al termine dell’esame dell’indagine peritale il Vpo Bassi ha chiesto al giudice la sospensione del processo per la signora Gilardoni ex articolo 71 cpp. Le parti civili non si sono opposte alla richiesta del rappresentante della pubblica accusa, mentre la difesa ha “alzato l’asticella”: il legale ha chiesto infatti la pronuncia di non doversi a procedere nei confronti dell’imputata sulla base dell’articolo 72 bis del codice di procedura penale, conclusioni alle quali si è associata anche la difesa Gilardoni.

Dopo una breve camera di consiglio, il giudice Beggio ha pronunciato la sentenza di non doversi a procedere nei confronti della signora Maria Cristina Gilardoni, con motivazioni disponibili entro 30 giorni.
La vicenda proseguirà quindi nei confronti di Redaelli, Papagianni e Ascani Orsini, escludendo due parti civili che si erano costituite solo nei confronti dell’imputata. Il processo proseguirà secondo il calendario concordato quest’oggi a termine dell’udienza, con il “primo” atto fissato per il prossimo 18 settembre e l’ultimo -salvo modifiche- per il 18 dicembre.
B.F.
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