Lecco Mountain Festival: trionfa la cordata Moroder-Prinoth-Vinatzer insieme alla coppia Messner-Sieberer

Sono stati il trio composto da Aaron Moroder, Titus Prinoth e Matteo Vinatzer e la coppia di arrampicatori Simon Messner e Martin Sieberer i due vincitori del premio alpinistico firmato Lecco Mountain Festival, in collaborazione con la rivista Stile Alpino Magazine, e dedicato alla migliore ascensione dell'anno effettuata dagli scalatori italiani.

Da sinistra Aaron Moroder, Titus Prinoth, Matteo Vinatzer e Maurizio Zanolla

Dopo aver analizzato minuziosamente oltre cinquanta performance "in verticale", la giuria composta da Alessandro Gogna, Giuseppe Miotti, Marco Furlani, Mario Conti, Roberto Chiappa e Federico Magni ha infatti decretato i due vincitori delle categorie "Rock" e "Alpinistico", rispettivamente dedicate alle ascensioni effettuate su roccia ed a quelle effettuate su neve, ghiaccio e misto su grandi pareti.

Simon Gietl (a destra) insieme all’interprete Davide

A sfidarsi nel campo roccioso sono state in particolare le emozionanti storie di tre diverse spedizioni: in primis, quella condotta nel giugno 2018 dall'altoatesino Simon Gietl, direttamente dalla Valle Aurina, il quale ha aperto in solitaria una via sulla Cima Scotoni intitolandola "Can You Hear Me".

Un nome e un itinerario che per l'alpinista hanno avuto soprattutto un forte valore affettivo, dato che l'idea iniziale era nata dal compianto amico Gerhard Fiegl, il quale ha perso la vita sul Nilgiri South in Himalaya.

Luca Vallata insieme al conduttore Lorenzo Carpané

Altrettanto impavida, a seguire, l'esperienza Davide Cassol e Luca Vallata, reduci dalla recentissima apertura di una nuova via alla parete Nord-Ovest della Punta Civetta e intitolata "Capitani di ventura" in nome dell'affezionato gestore del rifugio Torrani sulla cima del Civetta: un'avventura che ha visto i due alpinisti cimentarsi in ben quattro tentativi, documentati dalle foto improvvisate scattate con un telefono cellulare ma perfettamente capaci di immortalare tutti gli attimi di gioia, stanchezza ed euforia vissuti.

Aaron Moroder, Titus Prinoth e Matteo Vinatzer

Ad aggiudicarsi la medaglio d'oro per la categoria "Rock" è stata però la giovanissima cordata formata da Aaron Moroder, Titus Prinoth e Matteo Vinatzer che nel luglio scorso si è cimentata in una nuova via sulla parete nord del Sassolungo.

Una prova di resistenza, anche in questo caso, che ha visto i tre altoatesini cimentarsi in due tentativi utilizzando il minor numero di chiodi possibile: una scelta di stile che nemmeno il meteo poco favorevole ha fatto desistere.

Luca Schiera e Paolo Marazzi

Altrettanto combattuta, la sfida tra il gelo delle montagne innevate, ha invece visto trionfare la prima salita del Black Tooth (Pakistan) compiuta da Simon Messner - figlio del celebre conquistatore degli Ottomila Reinhold Messner - e Martin Sieberer, che quest'estate hanno affrontato il torrido caldo di luglio per raggiungere l'agognata vetta, arrampicando quasi esclusivamente di notte e fermandosi a riposare solo intorno alla prima mattina, al sorgere del sole.

Alessandro Baù

Insieme a loro, a contendersi il podio della categoria "Alpinistico" sono stati poi i Ragni lecchesi Luca Schiera e Paolo Marazzi, che con l'apertura della via "l'Appel du vide" nello Hielo Norte, precisamente sul Cerro Mangiafuoco - così ribattezzato dai due alpinisti per proseguire la tradizione di "nomi fiabeschi" assegnati alle vette - hanno affrontato le intemperie di gennaio senza aver certezza di quanti "tiri" avrebbe richiesto la scalata che li ha poi condotti, vittoriosi, su questo palco.

Simon Messner

Da ultima, ma non per importanza, la nuova via invernale in Civetta realizzata da Alessandro Baù, Daniele Geremia e Giovanni Zaccaria nel mese di marzo 2019: ribattezzata "Zuita Patavina" come rimando alla città natia della cordata, Padova, la via "di misto" è stata infatti osservata dai suoi conquistatori per ben cinque anni, per poi essere calcata in soli tre giorni, non senza una certa fatica.

I membri della giuria

"Per scegliere le 6 salite finaliste è stato considerato soprattutto lo stile con cui sono state realizzate: leggero e con pochi supporti" hanno ammesso i giudici per voce di Federico Magni, nonché direttore di Stile Alpino Magazine. "Non è stato facile scegliere tra le salite, diverse per carattere e obiettivo, ma tra quelle scelte alcune si distinguono per innovazione nel panorama alpinistico e perché dimostrano come sia possibile ancora adesso trovare avventura ed esplorazione in montagna" ha poi concluso, cedendo il posto all'alpinista Manolo, ambassador dell'edizione 2019 del Lecco Mountain Festival e premiatore ufficiale dei due vincitori.
F.A.
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