Mandello: l'ultimo saluto al reduce alpino Raffaldi, dopo la visita del Ten. Col. Monti

Sono stati celebrati nel pomeriggio di venerdì 13 dicembre nella Chiesa di San Zenone a Mandello i funerali dell’alpino Franco Raffaldi, scomparso a 95 anni lasciando dietro di sé una storia intensa, vissuta nel periodo bellico in terra germanica. Internato militare italiano, era infatti sopravvissuto ai campi di concentramento. Lo scorso 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, aveva ricevuto la medaglia d'onore, concessa dallo Stato ai cittadini italiani – civili e militari – fatti prigionieri e internati dopo l'Armistizio.


Franco Raffaldi

Il canto "Signore delle cime" e la preghiera dell'Alpino hanno concluso la funzione, concelebrata da don Ambrogio Balatti e don Vittorio Bianchi, ex parroco di Abbadia Lariana. Al reduce e decano del Gruppo è stato rivolto anche il saluto del presidente dell'ANA lecchese Marco Magni: "Franco è in partenza per il Paradiso di Cantore dove incontrerà i suoi compagni di naja, dove organizzeranno una grande Festa. Non lasciarci Franco, ancora una volta consegna a tutti noi un compito importante e sacrosanto, che è quello di non perdere mai di vista il nostro essere alpini. Nella vita di tutti i giorni come lo è stato lui, lui che ha sofferto, lui che ci ha trasmesso i valori veri che la persona umana deve mettere in pratica nella vita. Ti chiediamo pertanto Signore di chiamare Franco a lavorare nella tua vigna, sicuro che ti dirà ancora una volta Signorsì!".



Parole toccanti, come quelle riferite nell'omelia tenuta da don Vittorio. "Quando sono andato in ospedale a portare la mia benedizione mi ha chiesto il suo cappello d'alpino" ha ricordato il sacerdote, citando il simbolo di un trascorso che Raffaldi ha portato anche alla conoscenza dei giovani studenti per un rifiuto delle guerre portatrici di odio e morte.


Anche nelle sue ultime ore di vita, del resto, Franco Raffaldi ha avuto gli Alpini nel cuore: nella giornata di lunedì, infatti, al suo capezzale è giunto il Tenente Colonnello Giulio Monti, comandante del Battaglione Morbegno e, in sua presenza, l'anziano ha voluto indossare ancora una volta il cappello con la penna nera.



"Franco, che si trovava ricoverato all'ospedale di Lecco, aveva espresso il desiderio di incontrare un cappellano militare" racconta Emiliano Invernizzi, vice presidente della sezione ANA di Lecco. "Con il presidente Marco Magni abbiamo cercato di esaudire questa richiesta, ma il cappellano non avrebbe potuto arrivare in città prima di mercoledì. E' stato allora che il tenente colonnello Monti, con un gesto di grande sensibilità e con grande spirito di corpo, ha dato la propria disponibilità per questa visita speciale". Un gesto semplice, ma carico di rispetto verso un uomo che ha sempre onorato la Patria e gli Alpini. "Quando siamo arrivati in ospedale da Franco, i suoi parenti lo hanno svegliato. Lui ha aperto gli occhi e quando ha visto il comandante gli ha fatto il saluto militare; poi ha voluto che i figli gli portassero il cappello da alpino. Da parte sua il tenente colonnello Monti ha donato all'alpino il gagliardetto del battaglione".



Poche ore più tardi Franco Raffaldi ha chiuso gli occhi per sempre, raggiungendo il Paradiso di Cantore e lasciando fra i compagni mandellesi e lecchesi un vuoto incolmabile. Al termine della cerimonia funebre, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Mandello Riccardo Fasoli, dalla chiesa si è formato il corteo verso il cimitero, con la salma portata a spalla dagli Alpini, in attesa della cremazione come da sua volontà.
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