Chiuso: contro il deposito di inerti già raccolte oltre 100 firme

Oltre un centinaio le firme già raccolte a Chiuso per chiedere al Consiglio comunale di bloccare l'iter autorizzativo che potrebbe portare l'azienda Pozzi Virginio Strade Srl a realizzare un deposito per il materiale di scarto proveniente dai propri cantieri stradali nella ex cava Rovelli di via ai Molini, dove la ditta ha la sede.
L'iniziativa è stata presa dagli abitanti del rione di Chiuso, dopo l'intenso dibattito portato avanti nelle ultime settimane con Alberto Pozzi e l'Amministrazione comunale, che lunedì 27 gennaio sarà chiamata ad esprimere un voto favorevole o contrario al provvedimento di Variante al Piano di governo del territorio richiesto dall'azienda. Un parere questo determinante per il futuro dell'opera.

Con la petizione promossa dai cittadini del quartiere, a cui anche il comitato di Chiuso ha deciso di aderire, i residenti chiedono che "non venga modificato il vigente Piano e che venga dato seguito a quanto già previsto presso l'Atu1, con particolare riferimento alla riqualificazione ambientale dell'area di cava all'interno di un contesto urbano residenziale ai margini di un'area pedemontana, individuata come di interesse paesaggistico anche dal Parco Adda Nord; nonché all'allargamento della strada locale di via ai Molini, alla realizzazione di un'area a parcheggio pubblico, al prolungamento del marciapiede esistente, al recupero ambientale delle aree individuate a Verde Ecologico Territoriale, potenzialmente oggetto di "manomissioni e trasformazioni" previste dal progetto della società interessata".
Ai sensi dello statuto del Consiglio comunale lecchese, sarebbero sufficienti 250 firme perché la petizione venga discussa a Palazzo Bovara e gli abitanti di Chiuso stanno battendo porta a porta il rione per raggiungere il "quorum".
Chi volesse aderire, può sottoscrivere il modulo presente anche dal tabaccaio Airoldi (detto "Giamés") di corso Bergamo.
M.V.
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