Valmadrera, studio epidemiologico: presentati i risultati, più tumori al fegato nell'area di ricaduta dei fumi

E' stato illustrato nel corso della seduta consiliare di giovedì 6 febbraio, a Valmadrera, lo studio epidemiologico per valutare gli effetti sulla salute della popolazione residente nei pressi dell'inceneritore promosso da sette comuni del territorio lecchese in collaborazione con l'Università di Torino, ATS Brianza e Tecno Habitat.

La presenza del forno inceneritore di Valmadrera non incide in modo significativo sulla salute di chi abita nel circondario. Non c'è, quindi, relazione provata tra residenza nelle aree dove ricadono i fumi emessi dall'impianto e l'insorgenza di patologie ad essa correlabile. Con però un'eccezione, costituita dall'incidenza dell'epatite virale di tipo C e dunque delle neoplasie al fegato. Di questa malattia si è infatti riscontrato un eccesso che riguarda i residenti nelle aree ad alta ricaduta dei fumi: "C'è una frequenza anomala di questo tipo di tumori, il che merita un approfondimento sulle possibili cause".
A presentare i risultati della ricerca sono stati il direttore del dipartimento di Ats Brianza Luca Cavalieri D'Oro e l'ex sindaco di Valmadrera Donatella Crippa, che nel 2018 aveva sollecitato approfondimenti sullo studio.

"Necessario precisare che le concentrazioni di PM10 complessivo misurate in continuo nell'area in studio dalle centraline di monitoraggio di Arpa Lombardia si attestano intorno ai 30 microgrammi/m3 (media annua), quasi mille volte superiori rispetto a quelle emesse dall'impianto di incenerimento" ha spiegato Cavalieri D'Oro. Quanto all'eccezione costituita dai tumori al fegato, "non si può dire che sia causato dalla presenza dell'impianto" ma "Potrebbe essere la combinazione di fattori diversi, più frequenti in quell'area che altrove". Come ha ulteriormente spiegato l'epidemiologo questa categoria di tumori può essere anche secondaria.
Per lo studio sono stati considerati tutti i soggetti che hanno risieduto almeno per un anno nell'area, oltre centomila persone. Le analisi sono state condotte separatamente per uomini e donne. Si sono confrontati i residenti in zone ad alta e media esposizione con quelli in aree a bassa esposizione. Ai soggetti della coorte è stato attribuito un livello di esposizione sulla base del modello di dispersione sviluppato da Tecno Habitat. L'Ats Brianza, titolare delle informazioni sanitarie ha fornito le stesse in forma anonima, elaborando cinque flussi informativi:  Stato di vita (NAR); cause di decesso (registro nominativo delle cause di morte dell'Ats Brianza), morbosità per cause (schede di dimissione ospedaliera, SDO), incidenza di patologie tumorali (registro dei tumori dell'Ats Brianza), certificati di assistenza al parto (Cedap) per valutare potenziali effetti sulla salute perinatale.

Lo studio  epidemiologico è costato circa 150.000 euro. I Comuni  che hanno partecipato alla sua commissione sono Annone, Civate, Galbiate, Lecco, Malgrate, Suello e Valmadrera. Quelli più prossimi all'inceneritore di rifiuti gestito da Silea. "Abbiamo chiesto questo studio per valutare lo stato di salute dei nostri concittadini ritenendo corretto approfondire determinati aspetti" ha ribadito il sindaco Antonio Rusconi.
Scettici i consiglieri d'opposizione Guido Villa e Mauro Dell'Oro di "Ascolto Valmadrera": "L'analisi dovrebbe essere effettuata da una società terza", ha commentato Villa. "Dite che con ci sono lavori recenti basati sugli studi di ricaduta adeguati - ha proseguito Dell'Oro - Nello studio di Elliot (sollecitato dalla associazioni in contrapposizione a quello ufficiale ndr) è stata evidenziata la correlazione tra mortalità e presenza di un inceneritore sul territorio. Voi sindaci verrete ricordati non per le volte in cui siete diventati primi cittadini, ma per ciò che farete per la salute della popolazione".
M.C.
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