Coronavirus: Franco Gattinoni di Lecco tra i 43 passeggeri rientrati dalle Mauritius. ''Situazione assurda. Danni economici devastanti''

Franco Gattinoni
E' arrabbiato Franco Gattinoni non tanto per la vacanza persa che recupererà a Pasqua, quanto per come è degenerata la situazione per mano...dell'Italia stessa.
Il presidente dell'omonima rete di agenzie viaggi (la prima nata a Valmadrera nel 1983 e ora presente sul territorio nazionale con ben 30 sedi e 1500 agenzie affiliate) era tra i 43 passeggeri che atterrati alle Mauritius non sono nemmeno riusciti a sbarcare scegliendo il rientro in Italia piuttosto che una non ben definita quarantena sull'isola.
"Siamo partiti da Roma Fiumicino domenica sera" ha raccontato "non c'era nessuna restrizione. La mattina successiva siamo arrivati a Mauritius e lì abbiamo scoperto che qualcosa non andava e che le autorità stavano decidendo cosa fare dei passeggeri italiani, in particolare quelli di Lombardia e Veneto. La notizia dei contagi e di interi paesi isolati per via del coronavirus, le autorità locali l'hanno appresa dai nostri giornali. Erano in evidente in imbarazzo perchè ci hanno detto chiaramente che gli italiani sono ottimi clienti ma di fronte a regioni che rifiutavano turisti della stessa nazione, si chiedevano come si sarebbero dovuti comportare loro".
Una impasse che è stata affrontata da Gattinoni e dal comandante dell'aereo stando sulla passerella dei velivolo e parlando con le autorità locali che erano a terra, quindi senza poter mettere nemmeno piede sul suolo.
"E' stata una situazione assurda. Loro erano imbarazzati ma al tempo stesso spaventati per quanto leggevano sui giornali italiani, gli sembrava impossibile dover creare un cordone sanitario contro di noi ma del resto le notizie allarmanti gliele forniva l'Italia stessa. A questo punto la scelta era tra sbarcare e fare una quarantena in un posto non ancora definito, quindi non si sa se in un ospedale o in qualche altra struttura che avrebbero dovuto individuare, oppure rientrare. Io ero con mia moglie e mia figlia e chiaramente al comandante ho detto che senza garanzie di dove ci avrebbero alloggiato non saremmo scesi dall'aereo e così hanno fatto anche gli altri passeggeri lombardi e veneti. L'assurdo è che alcuni di loro abitavano a Milano ma risiedevano a Bologna, quindi in realtà erano fuori regione ma è stata tutta una confusione pazzesca. Il colmo è stato quando, per via di queste notizie sfuggite al controllo che hanno generato panico, persone che dovevano rientrare si rifiutavano di salire sul nostro aereo ritenendoci infetti. Una follia".
Nativo di Lecco, solo da qualche anno residente a Milano ma sempre sul Lario per lavoro e per i legami che lo tengono ancorato alla sua città, Gattinoni si è scagliato contro la classe politica che non ha gestito la situazione contribuendo solo a creare panico e paure ingiustificate, come non è avvenuto nel resto dell'Europa e del mondo che hanno affrontato in modo completamente diverso la situazione.
"Sono deluso e amareggiato dai comportamenti della nostra classe politica, di cui non vedo una cabina di regia ma solo interventi in grado di creare allarmismo e panico. Credo che in ambito nazionale e regionale si stia nettamente sottovalutando l'entità dell'impatto economico che si sta arrecando al nostro Paese e la gravità delle perdite. All'estero sono stati più pragmatici e risoluti nell'affrontare la situazione, senza sottovalutarla ma senza nemmeno terrorizzare l'opinione pubblica.
Si è innescata una follia collettiva che dobbiamo arginare e i media e i social network in tutto questo hanno avuto e stanno avendo un ruolo di primo piano nell'amplificare in maniera esponenziale lo stato di allerta e paura che si è generato.
E' assolutamente necessario ridimensionare l'allarmismo creato in questa settimana, per cercare di recuperare i gravi danni economici già procurati. Per farlo noi imprenditori stiamo cercando un dialogo con le istituzioni attraverso interlocutori accreditati come Confindustria o Confcommercio, per chiedere al governo di iniziare a rivedere i toni allarmistici utilizzati fino a ora perché si possa tornare presto alla normalità. Oltre a ciò sarà comunque necessario dare seguito alle richieste di aiuto che stanno arrivando dalle varie associazioni di categoria del turismo in tema di ammortizzatori sociali e sgravi fiscali alle imprese colpite da questa crisi, e non solo nelle zone rosse. Le aziende stanno cancellando viaggi leisure e business, eventi e incentive di marzo, non solo a Milano ma anche nel resto d'Italia e all'estero. Un grave danno per tutto il comparto che subirà importanti ripercussioni economiche sui prossimi 12 mesi".
S.V.