Caro Papa Francesco: la lettera di Franco al Pontefice, per far conoscere l'Alzheimer
Trasformare il momento del dolore in un’occasione di sensibilizzazione. E’ con questo intento che un amico di Franco Gioia, con l’avvallo della famiglia del noto e stimato valmadrerese, ha chiesto di rendere nota, a pochi giorni dalla morte dell’85enne, la missiva che, insieme, hanno scritto per Papa Francesco, nell’agosto dello scorso anno.
Una lettera semplice attraverso la quale l’anziano, già vicesindaco di Valmadrera, segretario della scuola materna Gavazzi e tra i fondatori del CFP Aldo Moro, ospite della Casa di Riposo Airoldi e Muzzi di Lecco, mette a nudo la “fragilità” indotta da una patologia particolare che indebolisce il fisico rubando anche i ricordi.
Franco Gioia
“Noi tutti speriamo che la malattia di Alzheimer sia sempre più conosciuta come tale e meglio affrontata nella nostra società”, l’auspicio che accompagna la scelta di condividere il testo spedito al Santo Padre. “Papa Francesco ha esaudito una delle preghiere inviando a Franco la Sua Benedizione e la pergamena per il 60esimo di matrimonio. Ora sta a tutti noi fare il possibile per aiutare i malati di Alzheimer. Franco ci ha serenamente lasciati il 27 febbraio ed ora sta già giocando a Briscola in Paradiso”.
Di seguito il testo della lettera:
Di seguito il testo della lettera:
Carissimo Papa Francesco,
sono Francesco Gioia (per gli amici Franco), nato, sposato e vissuto a Valmadrera; marito di Elena dal 6 aprile 1959, papà di don Gabriele, di Maurizio e di Simona.
So che come inizio di lettera ti parrà scontato, ma ho fatto tanta fatica..non a ricordare chi sono io..ma a riconoscere ed a ricordare i nomi dei miei cari!
La malattia di Alzheimer che da otto anni si è impadronita prima della mia mente e poi del mio corpo mi ha condotto in un tunnel senza uscite di sicurezza.
Nelle giornate che si ripetono una uguale all'altra in RSA vivo sempre con piacere i momenti dei pasti e della recita del S.Rosario da Lourdes.
Fino a qualche mese fa vivevo con piacere anche le lunghe partite a carte con la mia amica Maria; giocavamo a briscola anche in pigiama dopo la cena.
Poi mi han detto che Maria era andata a giocare a carte in cielo. Le mie giornate da allora sono tornate grigie ed i miei movimenti son diventati lenti e difficoltosi.
I miei cari mi dicono che ho sempre avuto tanti amici, che ero impegnato in vari ambiti in Parrocchia, nell'ambito sociale, sanitario, scolastico e che davo sempre una mano a curare i miei 4 nipotini (Fabio, che in Aula Nervi ti ha stretto la mano con Chiara lo scorso 2 gennaio, Matteo, Michele e Giorgio).
Ora i miei nipoti non li riconosco quando vengono a trovarmi ed a farmi giocare a carte ma riescono sempre a farmi svagare ed a tener attiva la mente; la malattia di Alzheimer è poco conosciuta e riconosciuta nella nostra società; se non compresa e non affrontata nel modo corretto destabilizza i rapporti famigliari; se non conosciuta tiene lontani gli amici che invece possono svolgere un ruolo terapeutico importante e che a noi fa piacere vedere.. anche se poi li annoiamo rivolgendo loro sempre le solite due domande.
Durante una sua visita nella RSA dove risiedo ho avuto il piacere di reincontrare Mons. Tettamanzi (l'ho chiamato Dionigi perché eravamo compagni in seminario) e ci siam parlati di quegli anni e di quelli successivi, quando lo vedevo in seminario durante le visite a mio figlio don Gabriele.
Chiudo qui queste due righe con una richiesta di preghiera per me e per tutti coloro che son colpiti dalla malattia di Alzheimer, per i nostri famigliari e per coloro che amorevolmente si prendono quotidianamente cura di noi!
Un'ultima preghiera...mi son dimenticato di richiederti la pergamena con la tua gradita e rasserenante benedizione in occasione del 60* anniversario di matrimonio con la mia cara ed amata moglie Elena.
Con Elena abbiamo festeggiato il 6 aprile 2019 con una S.Messa celebrata nella Chiesa dell'RSA Airoldi&Muzzi di Lecco da nostro figlio don Gabriele (presenti figli e parenti stretti).
Confido nella tua immensa tenerezza di Padre, lasciando ad un fidato amico il compito di farti pervenire questa mia preghiera.
Con affetto e profonda gratitudine.
Agosto 2019
Questa invece la risposta arrivata dal Vaticano:sono Francesco Gioia (per gli amici Franco), nato, sposato e vissuto a Valmadrera; marito di Elena dal 6 aprile 1959, papà di don Gabriele, di Maurizio e di Simona.
So che come inizio di lettera ti parrà scontato, ma ho fatto tanta fatica..non a ricordare chi sono io..ma a riconoscere ed a ricordare i nomi dei miei cari!
La malattia di Alzheimer che da otto anni si è impadronita prima della mia mente e poi del mio corpo mi ha condotto in un tunnel senza uscite di sicurezza.
Nelle giornate che si ripetono una uguale all'altra in RSA vivo sempre con piacere i momenti dei pasti e della recita del S.Rosario da Lourdes.
Fino a qualche mese fa vivevo con piacere anche le lunghe partite a carte con la mia amica Maria; giocavamo a briscola anche in pigiama dopo la cena.
Poi mi han detto che Maria era andata a giocare a carte in cielo. Le mie giornate da allora sono tornate grigie ed i miei movimenti son diventati lenti e difficoltosi.
I miei cari mi dicono che ho sempre avuto tanti amici, che ero impegnato in vari ambiti in Parrocchia, nell'ambito sociale, sanitario, scolastico e che davo sempre una mano a curare i miei 4 nipotini (Fabio, che in Aula Nervi ti ha stretto la mano con Chiara lo scorso 2 gennaio, Matteo, Michele e Giorgio).
Ora i miei nipoti non li riconosco quando vengono a trovarmi ed a farmi giocare a carte ma riescono sempre a farmi svagare ed a tener attiva la mente; la malattia di Alzheimer è poco conosciuta e riconosciuta nella nostra società; se non compresa e non affrontata nel modo corretto destabilizza i rapporti famigliari; se non conosciuta tiene lontani gli amici che invece possono svolgere un ruolo terapeutico importante e che a noi fa piacere vedere.. anche se poi li annoiamo rivolgendo loro sempre le solite due domande.
Durante una sua visita nella RSA dove risiedo ho avuto il piacere di reincontrare Mons. Tettamanzi (l'ho chiamato Dionigi perché eravamo compagni in seminario) e ci siam parlati di quegli anni e di quelli successivi, quando lo vedevo in seminario durante le visite a mio figlio don Gabriele.
Chiudo qui queste due righe con una richiesta di preghiera per me e per tutti coloro che son colpiti dalla malattia di Alzheimer, per i nostri famigliari e per coloro che amorevolmente si prendono quotidianamente cura di noi!
Un'ultima preghiera...mi son dimenticato di richiederti la pergamena con la tua gradita e rasserenante benedizione in occasione del 60* anniversario di matrimonio con la mia cara ed amata moglie Elena.
Con Elena abbiamo festeggiato il 6 aprile 2019 con una S.Messa celebrata nella Chiesa dell'RSA Airoldi&Muzzi di Lecco da nostro figlio don Gabriele (presenti figli e parenti stretti).
Confido nella tua immensa tenerezza di Padre, lasciando ad un fidato amico il compito di farti pervenire questa mia preghiera.
Con affetto e profonda gratitudine.
Agosto 2019
Francesco Gioia... x gli amici Franco
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