Coronavirus: decreto contradditorio e arraffazzonato. La prossima volta deciderò io come applicarlo

Non si possono lasciare migliaia di sindaci in Italia e nella nostra provincia in particolare, con informazioni frammentarie e incomplete sulle disposizioni del Corona virus, con un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 1 marzo che in mattinata prevede che le palestre rimangano aperte agli allenamenti e poi la versione definitiva aggiunge un comma che in Lombardia le attività nelle stesse palestre debbano essere sospese. Questo modo di lavorare è inaccettabile, come non é accettabile che gli avvisi a riguardo della Prefettura arrivino in municipio domenica alle ore 22,34 quando i provvedimenti entrano in vigore il lunedì mattina.
15 colleghi sindaci dell'oggionese e anche noi sindaci del lecchese siamo usciti ieri con comunicazioni alla cittadinanza riguardo l'apertura delle palestre sulla scorta di un decreto che poi in serata é stato modificato senza comunicazioni ulteriori, e questo non é accettabile per rispetto dei cittadini e di chi fa attività sportiva.
Le norme, soprattutto quelle più drastiche e importanti come quelle che riguardano la sanità la salute devono essere chiare e univoche e soprattutto ci devono essere comunicazioni e supporti degli enti superiori in tempi rapidi.
Non capisco poi perché la prefettura che è in possesso di tutti i cellulari di noi sindaci della provincia, non usi sms per avvisaci in tempo reale come fa del resto la protezione civile regionale, ma si limiti a mandare PEC in municipio che verranno lette solo il giorno dopo.
Qui non si tratta di avvisare sulle scadenze elettorali o per mettere le bandiere a mezzasta il giorno dopo, ma si tratta di comunicazioni che riguardano la salute delle persone e i sindaci che sono i responsabili sanitari dei comuni devono essere avvisati immediatamente.
Voglio più rispetto per il ruolo dei sindaci che ci mettono la faccia nelle comunicazioni alla cittadinanza.
Altrimenti vengano i prefetti e i loro funzionari nei nostri comuni ad illustrare ai cittadini i provvedimenti del governo per le emergenze, visto che le comunicazioni nel tempo di internet viaggiano ancora con mezzi antiquati da piccione viaggiatore e non in modo tempestivo se non immediato come i tempi dell'emergenza richiedono.
Almeno domenica 23 febbraio quando é stato firmato il primo decreto, noi sindaci della provincia siamo stati convocati dall'Asst nella sede del pirellino, mentre ieri, con un decreto che sulle attività sportive dice tutto e il contrario di tutto, nulla, siamo stati lasciati senza informazioni, costretti a telefonarci e messaggiarci l'un l'altro per cercare di rispondere alle esigenze e alle domande dei cittadini.
La prossima volta che avrò a che fare con un decreto contraddittorio e raffazzonato come questo del 1 marzo, deciderò io come applicarlo vista l'inerzia e il pressapochismo dello Stato.
Dante De Capitani, sindaco di Pescate