Lecco: il dottor Maniglia racconta in TV il trasferimento di 4 pazienti in Germania. ''Era la scelta migliore in quel momento''
La vicenda dei quattro pazienti trasferiti dal Manzoni di Lecco a strutture ospedaliere della Germania è approdata anche in televisione. A raccontarla è stato questo pomeriggio a Tagada' di La7 il dottor Paolo Maniglia, anestesista del presidio di via dell'Eremo già autore del post "Qualcosa di bello" nel quale, con uno stile informale, lasciando da parte il "medicalese" aveva raccontato i "retroscena" dello spostamento di 4 degenti di terapia intensiva verso la Vestfalia.
Il dr. Paolo Maniglia durante l'intervista rilasciata al programma Tagadà
Rispondendo alle domande della conduttrice, il rianimatore, ha ricordato come il Manzoni abbia inizialmente accolto pazienti dalla bergamasca - area in difficoltà già dall'inizio dell'epidemia visti i numeri dei contagiati - per poi trovarsi a sua volta in croce una volta riempiti i posti "ufficiali" e quelli "inventati" nelle sale operatorie trasformate in camere di degenza sub-intensiva. Già due giorni prima dell'operazione internazionale, un ricoverato a Lecco era stato spostato a Terni. Un alleggerimento decisamente poco significativo. Poi l'annuncio, da Centro di coordinamento regionale, del trasferimento di 4 soggetti in Germania, tramite volo militare attrezzato. "È sempre difficile lasciare andare pazienti a cui dedichi tutta la tua giornata e la notte" ha affermato Maniglia, puntualizzando come la scelta di chi destinare agli ospedali teutonici sia avvenuta solo su indicazione medica, su base clinica, individuando quattro degenti in condizioni tutto sommato stabili e dunque in grado di sopportare il viaggio iniziato in ambulanza verso Orio.
"All'inizio l'ho vissuta anche io come una piccola sconfitta. Ma non saremmo stati in grado di dargli la qualità delle cure che hanno ricevuto in Germania" ha ammesso il camice bianco lecchese. "Credo che alla fine sia stata la scelta migliore in quel momento difficile".
Ora la situazione pare in miglioramento. Ma l'attenzione deve rimanere alta. "Non abbiamo ancora imparato granchè su questa malattia" ha spiegato Maniglia. "Io ho imparato a stare attento e vedere quello che succede, che cambia anche velocemente. E soprattutto a tenere duro: con il tempo diamo la possibilità ai pazienti di guarire".
"All'inizio l'ho vissuta anche io come una piccola sconfitta. Ma non saremmo stati in grado di dargli la qualità delle cure che hanno ricevuto in Germania" ha ammesso il camice bianco lecchese. "Credo che alla fine sia stata la scelta migliore in quel momento difficile".
Ora la situazione pare in miglioramento. Ma l'attenzione deve rimanere alta. "Non abbiamo ancora imparato granchè su questa malattia" ha spiegato Maniglia. "Io ho imparato a stare attento e vedere quello che succede, che cambia anche velocemente. E soprattutto a tenere duro: con il tempo diamo la possibilità ai pazienti di guarire".
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