''Tutti giovani sui vent'anni'': il libro sugli Alpini di Marco Mondini

Marco Mondini
Il raduno del 2° Raggruppamento alpino (Lombardia-Emilia Romagna), previsto a Lecco per la metà del prossimo mese di ottobre, è stato ufficialmente rinviato, come comunicato dalla sezione ANA. Sono tanti i libri sulla storia delle Penne nere, dalla fondazione del 1872 ai giorni nostri, che è possibile recensire: tra questi, citiamo oggi “Tutti giovani sui vent’anni – Una storia degli alpini” di Marco Mondini, docente di storia all’Università di Padova, personaggio emergente nelle trasmissioni sempre più seguite di RAI Storia condotte con competenza ed esperienza da Paolo Mieli, saggista e giornalista, già direttore della Stampa e del Corriere della Sera.
Nel volume di oltre 200 pagine, pubblicato da Mondadori, Marco Mondini dedica una particolare riflessione ai raduni delle Penne nere, come quello che sarebbe avvenuto a Lecco nel prossimo autunno. Mondini scrive: “Da quando duemila veterani, che avevano combattuto nei reggimenti alpini tra il 1915 e il 1918, si ritrovarono sulla cima del monte Ortigara, nel settembre 1920, le adunate si sono susseguite quasi ogni anno con un crescente afflusso di partecipanti. In breve, sono divenute l’unico rito militare della penisola in grado di coinvolgere un ragguardevole numero di reduci e semplici congedati, prima decine e poi centinaia di migliaia di partecipanti. In un paese in cui il servizio militare non è mai stato troppo amato (fino alla seconda metà del Novecento, ogni anno le liste di leva registravano puntualmente migliaia di renitenti e di disertori) non si poteva trovare uno spettacolo più straordinario di questa massa di civili di ogni estrazione sociale, capaci di percorrere centinaia di chilometri, spontaneamente e a proprie spese, solo per avere l’opportunità di sfilare fieramente con il proprio cappello e di ritrovare il piccolo gruppo di amici con cui si era condivisa l’esperienza della battaglia o, più prosaicamente, di qualche mese o anno in caserma. Il fatto è che le adunate nazionali sono state per decenni la rappresentazione migliore di quell’osmosi fra vita militare e civile, fra reggimenti e congedati, che la coscrizione obbligatoria (la naia) ha saputo creare nel caso degli alpini italiani”.


Storica foto di alpini in esercitazione sulle montagne lecchesi



Alpini lecchesi al CAR di Cuneo 1963 e, sotto, dieci anni dopo



Il volume di Marco Mondini parte dal 1872 con i “figli della montagna”, come vennero chiamati nel 1916 da Cesare Battisti (padre nobile del mito alpino) per arrivare ai giorni nostri. Nell’introduzione, scritta a Padova nella primavera 2019, Marco Mondini ha messo in evidenza: “Una storia che si è chiusa all’alba del 21° secolo con la fine del servizio militare obbligatorio. Negli anni successivi, le truppe alpine hanno continuato a svolgere egregiamente il proprio ruolo in molte missioni all’estero, perpetuando la fama di reparti di elite conquistata nel corso di due guerre mondiali, hanno avuto Caduti e sono stati tributati loro gli onori dovuti, ma le pagine che seguono non parlano di loro. Si fermano al giorno in cui sono stati congedati gli ultimi coscritti della Repubblica Italiana, gli ultimi di quei cittadini in armi, che per lungo tempo hanno vissuto l’uniforme, hanno sofferto, hanno combattuto (e talvolta sono morti) non perché fosse il loro mestiere e nemmeno per la ricerca della gloria e dell’immortalità, ma semplicemente per la convinzione che, nel patto di cittadinanza, stretto tra individuo e Stato, la guerra, come la naia, fosse un’eventualità. Doverosa, ma scomoda”.


Alpini di leva, provenienti da Trento, sulla vette del monte Resegone 1991



Gruppi di Penne nere sfilano sul lungolago di Lecco

L’autore dedica il volume, in particolare, ai compagni della 42^ Compagnia, 175° Corso AUC, Scuola Militare Alpina di Aosta (marzo-agosto 1999), presente nel ricordo anche di tanti lecchesi. Al reclutamento per la naia obbligatoria i residenti nel nostro territorio trovavano timbrata sulla cartella dei dati personali la dicitura “zona di reclutamento alpino”. Non si può nemmeno dimenticare la presenza di un distaccamento del glorioso Morbegno, con la nappina bianca, nella caserma Sirtori di via Leonardo da Vinci, dal 1935 al 1943, e la chiesetta votiva dei reduci del secondo conflitto mondiale, inaugurata al Pian delle Betulle nel 1959, che tutti gli anni, nella prima domenica di settembre, vede un raduno molto partecipato di veci e bocia.
Aloisio Bonfanti
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