Lecco: il suffragio universale anticipato per le ''comunali''
Il 2 giugno 1946 le donne lecchesi che avevano compiuto il 21° anno di età andavano al seggio elettorale, chiamate al voto per il referendum istituzionale fra Monarchia e Repubblica e per la formazione dell’Assemblea Costituente. Non era, comunque, il loro primo voto. Erano già andate alle urne il 24 marzo 1946 per eleggere il nuovo Consiglio Comunale di Lecco, e, quindi, la nuova amministrazione civica che vide con primo cittadino il socialista Giuseppe Mauri.
Il voto alle donne nel 1946
Il manifesto per la vittoria della Repubblica
Il diritto di voto alle donne italiane risale al 31 gennaio 1945, quando con l’Italia ancora “spaccata” per la guerra (gli alleati al sud ed il nord occupato dai nazisti, con la Repubblica di Salò), il Consiglio dei Ministri del Comitato di Liberazione Nazionale, presieduto da Ivanoe Bonomi, votò il decreto del suffragio universale, auspicando una patria libera e riunita nella pace e nella democrazia. Nelle elezioni del primo storico voto alle donne furono elette in Consiglio Comunale tre rappresentanti del gentil sesso, sul numero complessivo di 40 componenti. Le tre elette sono state le democristiane Maria Fiocchi e Maria Panzeri Pozzoli, la comunista Enrica Bonazzi Canepa. Quella domenica del 24 marzo 1946 si votò anche nei Comuni vicini di Malgrate, Valmadrera, Olginate, Garlate, Vercurago e Calolziocorte; in quelli brianzoli di Garbagnate Monastero, Molteno e Nibionno; in quelli lariani di Abbadia e Mandello e nei valligiani di Pagnona, Premana e Tremenico. La domenica successiva, quella del 31 marzo, si votò nei Comuni valsassinesi di Ballabio, Barzio, Cremeno, Primaluna, Introbio, in quelli brianzoli di Annone, Cesello (Suello e Cesana), Civate, Dolzago ed Ello.
Elettrici in attesa del voto
Il panorama di Lecco nel 1946, vista dal campanile della Vittoria
I lecchesi iscritti al voto per le comunali 1946 erano 28.000, votarono in 26.000, i seggi erano 32. La Democrazia Cristiana ebbe 17 seggi, il Partito Socialista 12, il Partito Comunista 9 ed un seggio ciascuno la lista indipendente e quella del Partito Repubblicano. Socialisti e Comunisti, con una Giunta di coalizione, formarono una maggioranza 21 seggi su 40, con sindaco il socialista Giuseppe Mauri, primo nelle preferenze del suo partito. Mauri era già sindaco dalla primavera ’45, eletto dal Comitato di Librazione. Vice sindaco venne nominato il comunista Valentino Invernizzi, residente in quartiere Germanedo; sarà poi sindacalista a Roma degli Elettrici CGIL. La Democrazia Cristiana andava all’opposizione guidata da Ugo Bartesaghi, che aveva ottenuto il maggio numero di preferenze nella lista dello scudo crociato. Nella lista PCI il più votato era stato Gabriele Invernizzi, artigiano di Pescarenico, impegnato nella Camera del Lavoro, sarà dal 1948 parlamentare per diverse legislature. Sono elezioni da ricordare perché le prime di una lunga serie iniziata nel 1946 e che vedranno nel prossimo autunno il nuovo appuntamento dei lecchesi per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale.
Il sindaco Giuseppe Mauri
Il vice sindaco Valentino Invernizzi
Sono passati, quindi, oltre 70 anni dalle prime municipali a suffragio universale ed è necessario ricordare che sino al 1988 si è votato con il sistema proporzionale, quando ogni partito entrava in Consiglio Comunale con una quota di seggi proporzionale ai voti raccolti. Sindaco e Giunta venivano nominati all’interno dei 40 consiglieri eletti. Tutto è cambiato con il 1993, quando è entrata in vigore la legge per l’elezione diretta del sindaco votata dai cittadini con la possibilità di un secondo turno di ballottaggio fra i candidati con il maggior numero di consensi qualora nessun aspirante sindaco avesse superato al primo turno il quorum del 50%. E’ quest’ultima novità introdotta anche a Lecco, in quanto la normativa è prevista nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti. I primo ballottaggio si è verificato nelle elezioni del 1993 fra Giuseppe Pogliani, della Lega Nord, e Rosy Granata, della lista per Lecco. Venne eletto sindaco Giuseppe Pogliani.
Ugo Bartesaghi, capo gruppo DC
Gabriele Invernizzi, deputato al Parlamento
Tutto il quadro politico con il voto comunale del ’93 era, comunque, “terremotato” rispetto al Consiglio Comunale dei decenni precedenti. Il nuovo Consiglio era composto da 24 rappresentanti della Lega Nord, 7 DC, 5 Lista per Lecco, 2 indipendenti ed 1 consigliere per Rifondazione Comunista e per il Partito Radicale.Con la nomenclatura dei vecchi partiti entrò in Consiglio Comunale solo la Democrazia Cristiana, con un gruppo ridotto a 7 componenti. La presenza dello scudo crociato nel nuovo Consiglio Comunale fu, comunque breve: il 20 gennaio 1994 il capo gruppo Piergiorgio Locatelli rese nota la costituzione del gruppo del Partito Popolare, subentrato alla DC con il congresso di rifondazione a Roma.
A.B.