Lecco: l'addio al sostituto procuratore Laura Siani, determinata e fragile

È stato tributato nel primo pomeriggio odierno, nella basilica cittadina di San Nicolò, l'ultimo saluto a Laura Siani, 44 anni, Sostituto Procuratore della Repubblica entrato in servizio a Lecco lo scorso marzo e trovato senza vita nella serata di lunedì 1° giungo nel suo appartamento di via Cavour dal collega Paolo Del Grosso.

La dottoressa Laura Siani

Parenti e amici hanno voluto renderle omaggio partecipando numerosi - pur nel rispetto del distanziamento imposto dall'emergenza sanitaria - al rito funebre officiatodel prevosto don Davide Milani, "affiancato" nella celebrazione dai sacerdoti don Andrea Lotterio, don Agostino Frasson, don Gabriele Gioia e don Agostino Butturini.

Don Davide all'uscita del feretro dalla Basilica

Presenti, naturalmente, i vertici di Procura e Tribunale (il dr. Antonio Angelo Chiappani e il dr. Ersilio Secchi affiancato dal suo omologo comasco Ambrogio Ceron che ha avuto modo di lavorare con la PM in quel di Lodi), magistrati, giudici , avvocati e dipendenti nonchè rappresentanti delle Forze dell'Ordine che con la dottoressa Siani hanno condiviso esperienze lavorative e personali. Non sono mancati poi esponenti delle amministrazioni comunali, con in testa il sindaco di Lecco Virginio Brivio.
Nata a Sesto San Giovanni, la dottoressa Siani era infatti cresciuta nel lecchese, dove il fratello Giorgio è stato anche sindaco di Mandello.

Dopo l'esperienza maturata a Lodi e dopo aver trascorso gli ultimi due anni a Palermo, dove si era occupata di alcune importanti inchieste antimafia, in Procura a Lecco era andata a sostituire la collega Silvia Zannini, trasferitasi a Parma. Un ritorno a casa, dunque, il suo.

"Laura per noi era la "piccolina" di famiglia: la più piccola dei tre fratelli, la più piccola dei cugini, la più piccola tra i piccoli - ha detto il fratello Giorgio al termine della funzione - Tutti le volevamo un bene diverso. Aveva un animo nobile, gentile, dolce, ma al tempo stesso molto determinato ed è riuscita negli anni a raggiungere tutti i suoi obiettivi con sacrificio e capacità. I suoi successi professionali a noi non hanno aggiunto nulla rispetto a ciò che già sapevamo di lei: era forte e determinata, ma al tempo stesso fragile, sempre tormentata. Aveva uno sguardo che non sempre riuscivamo a comprendere fino in fondo. Quando è rientrata a Lecco è stato per noi un regalo meraviglioso: una Procura più piccola, una realtà più raccolta, vicino a noi. Eri felice nella città dove sei cresciuta - ha proseguito, rivolgendosi idealmente proprio alla sorella -, felice di poter riprendere tutte quelle attività che avevi dovuto lasciare per un lavoro difficile, ma che tu avevi scelto e voluto fortemente. Volevi una casa più grande, perché le restrizioni imposte dal Covid avevano reso la tua ancora più piccola di quella che era; volevi tornare presto nel tuo liceo per portare la tua esperienza ai ragazzi. Sei stata spesso lontana, ma negli ultimi mesi hai trascorso molto tempo con i tuoi nipoti e con i tuoi amici. Non abbiamo saputo interpretare fino in fondo i tuoi turbamenti, e forse non sarebbe neppure stato giusto o possibile, ma tu hai sempre continuato per la tua strada e anche quando dicevi di volerti fermare a Lecco, ho capito che mi stavi dicendo una piccola bugia, perché saresti andata via, lanciata verso altre mete e obiettivi. Come quando, neolaureata, ti sei licenziata dal Comune di Lecco, dove avevi iniziato a lavorare. Io e il sindaco di allora ti chiamammo per chiederti spiegazioni e tu rispondesti "La mia strada è un'altra". E allora, Laura, continua a camminare per quella strada, continua a camminare e riposa in pace".

Il dr. Ambrogio Ceron e il dr. Ersilio Secchi rispettivamente Presidente del Tribunale di Como e del Tribunale di Lecco

Infaticabile lavoratrice, la 44enne è stata descritta da tutti come "coraggiosa e determinata, nonostante le fragilità".
"Nessuno è autorizzato a dare spiegazioni, nessuno è autorizzato a fare ricostruzioni o tanto meno pettegolezzi o fantasie - ha dichiarato Monsignor Davide Milani nel corso dell'omelia -  Chi lo fa manca di rispetto all'altro, dimostrando maleducazione e invadenza. Il rispetto spiega che una persona non è riassumibile o identificabile con un suo gesto: ciascuno di noi è più grande di alcune sue azioni, di tutte le sue azioni. Proprio come Giona, che si fa gettare in mare e viene inghiottito da una balena, convinto di dover salvare i propri compagni di navigazione dalla tempesta fuori e dentro di lui, anche Laura - come ciascuno di noi - è un mistero grande. Giona è amato da Dio e lui si servirà di Giona, un uomo che amava la giustizia e che verrà salvato. La comprensione di quanto ha nel cuore e delle azioni che ne conseguono è impossibile. Davanti alla morte, alle tragedie, non vediamo solo la fine, il termine, la disperazione o la solitudine, perché Dio vede altro: l'amore per i suoi figli, la volontà dei suoi figli. Dio non dimentica il bene fatto dai suoi figli, i dolori che hanno subito, le speranze fallite, ciò che nessun altro vede. Noi, che siamo qui, possiamo solo sperare e pregare affinché Laura, come Giona sia al sicuro. Oggi, Laura, ti affidiamo a Dio, perché la morte è un passaggio doloroso ma è pur sempre un passaggio".

Al termine della funzione il feretro della dottoressa Siani, con l'immancabile toga appoggiata sul cuscino di fiori prima di intraprendere l'ultimo viaggio, è stato accompagnato sul sagrato della Chiesa, dove è stato salutato anche dalle persone che hanno seguito la celebrazione dall'esterno e che si sono unite in un ultimo applauso carico di affetto, stima e gratitudine, abbracciando simbolicamente i fratelli del magistrato, Giorgio e Carlo, con Daniela e Cristina e i nipoti Giovanni, Giulia, Alessandro, Leonardo e Martina.
M.C.
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