“Tutti al Lago”. Un titolo, un invito, un auspicio. E' questo l'emblematico nome del progetto vincitore del Concorso "Waterfront: Lecco nuovi riflessi". Lo firma
l'architetto Paola Viganò, valtellinese di nascita, titolare a Milano di "Studio". Giunto dunque al termine l'iter per scegliere il “disegno” del nuovo lungolago cittadino. Il bando era stato lanciato a giugno 2019 con l'intento di riqualificare i 10 chilometri affacciati sul Lario, dalle Caviate a Rivabella, attraverso idee che valorizzino il contesto lacuale e urbano con un'attenzione particolare alla sostenibilità e alla tradizione.

Il sindaco Brivio con i membri della commissione esaminatrice
19 le proposte pervenute. A febbraio, a scegliere, i 5 "bozzetti" da "mandare avanti" è stata una Giuria di esperti presieduta dall'architetto paesaggista di fama internazionale Andreas Kipar, affiancato dal dirigente del Comune Davide Cereda nonché da Virginia Tentori e Lorenzo Noè, nominati rispettivamente dall'associazione di categoria e dall'ordine degli Architetti di Lecco che patrocinano il Concorso e dall'Ingegnere Arturo Montanelli, in rappresentanza invece del Politecnico di Milano - Polo Territoriale di Lecco. La stessa formazione ha poi individuato, basandosi su carteggi anonimi, senza indicati i nomi dei proponenti svelati solo oggi, l'elaborato che dovrà ora essere trasformato in un vero e proprio progetto esecutivo, da concretizzare per lotti, secondo le indicazioni dalla nuova amministrazione, avendo come base il “tesoretto” da 4-5 milioni di euro (comunque non sufficienti per completare l'opera) assicurato dal triennale predisposto dalla Giunta Brivio bis, ulteriormente incrementabile con risorse di altri enti e di privati.

Le tavole del progetto vincitore
Proprio la “spacchettabilità” della proposta dell'architetto Viganò è stato uno degli elementi che ha colpito favorevolmente la Giuria che ha “premiato la flessibilità e l'innovazione nel saper usare l'esistente” proprie del suo progetto. Kipar, ha sottolineato poi “la padronanza con la quale entra negli spazi senza sporgersi ulteriormente sul lago (tranne in due parti) e lavorando con tutto ciò che c'è”.

E lo fa con un occhi di riguardo alla qualità degli spazi pubblici e alla mobilità. “Non vengono escluse le automobili ma viene fatto, come in tutto il mondo, un ragionamento sullo share space e sull'introduzione della zona 30. Vuol dire riconquistare spazi che ora sono dominati dal traffico a un uso urbano, pubblico, innovativo, del futuro” ha proseguito il presidente, toccando così uno degli aspetti che in qualche modo impatteranno maggiormente sulla fruibilità del waterfront, al di là della sua riorganizzazione e all'estetica. Del resto, mitigare l'impatto veicolare, senza poterlo eliminare – in mancanza di alternative – era uno dei presupposti propri del bando.

Quanto all'articolazione dei 10 chilometri, “non tutti le parti sono uguali, da un lato per esempio abbiamo la piscina, dall'altro abbiamo un andamento naturalistico. Non c'è la forzatura di considerare e trattare tutto uguale, perchè il lungolago a Lecco è assai complesso” ha aggiunto l'architetto, orgoglioso di consegnare al Comune un prodotto effettivamente spendibile.
Dando uno sguardo alle tavole: la prima “novità” è la piattaforma galleggiante posta nelle vicinanze di villa Brick, “come estensione leggera delle gradinate che nel passato consentivano al pubblico di seguire le gare di motoscafo. Richiama la tradizione dei pontili e approdi in legno dei porti lacustri”.

Incornicia due piscine che “introducono il tema della cura della persona e del benessere in città: utilizzano l'acqua del lago attraverso un sistema di filtraggio per fornire un'esperienza inedita del waterfront cittadino” scrive la progettista. “Illuminate la sera, le vasche consentirebbero a lecchesi e turisti bagni in sicurezza ed uno spazio di socializzazione e appropriazione dei grandi paesaggi circostanti”.

La seconda “piazza sull'acqua” si ponte invece “in diretta continuità con piazza Cermenati e piazza XX Settembre: è uno spazio che dalla piattaforma dell'imbarcadero scendo a un livello intermedio tra città e lago con un sistema di terrazze a gradoni che permette di eliminare i sistemi di protezione attuale”. Realizzata con blocchi di calcestruzzo, avrà un impatto matericamente minimale ma “permetterà di godere, dalle sedute poste al limite della passeggiata esistente, del paesaggio sull'acqua e della luce che trasforma il lago in semplicità”.

Proseguendo verso sud, incuriosisce poi “l'itinerario narrativo”, di ispirazione ovviamente manzoniana, tra l'isola Viscontea a Pescarenico. “Il nuovo percorso – è scritto - corre lungo le rive, si accosta ai muri che separano i giardini dal fiume per non intaccare le spiaggette che emergono in alcuni periodi dell'anno e la vegetazione ripariale esistente: è una passerella staccata dal suolo, in pannelli di griglia metallica e parzialmente sommergibile che si collega alle due aree verdi principali, il piccolo parco di fronte all'isola viscontea, piazza Era e più a sud il parco Addio ai Monti”.

Ed un ulteriore elemento di richiamo potrebbe divenire, nell'elaborato vincitore, la foce del torrente Bione: pur riconosciuto come uno dei torrenti che attraversano la città, si prevede - non nel breve periodo per chiare ragioni - la rinaturalizzazione del suo sbocco a Lago. “L'area costituirebbe un episodio attrattivo importante che renderebbe il waterfront ancora più interessante e significativo per molti appassionati ed alcuni tipi di turismo e pratiche”.
In un continuo gioco tra vivibilità e curiosità, per chi a Lecco risiede e per chi a Lecco sceglierà di venire.
A.M.