Lecco, crac di una società di imbiancature: Marinaro assolto, Meoli 'prescritto'

L'accesso al Tribunale di Lecco
Questa volta è stato assolto. Giovanni Marinaro, già noto alle cronache per le vicissitudini giudiziarie del passato legate tanto alla più datata inchiesta Wall Street sull'infriltrazione dell'ndrangheta sul territorio tanto alla ben più recente Insubria e dunque sulla Locale di Calolzio, è uscito "pulito" dall'ennesimo processo che ha dovuto affrontare. Al suo fianco, come sempre, l'avvocato Marilena Guglielmana, questa volta supportata dalla collega Ilaria Guglielmana che, per prima, ha preso la parola dinnanzi al collegio giudicante del Tribunale di Lecco chiamato ieri, giovedì 29 ottobre, a pronunciarsi in relazione alla posizione del calabrese trapiantato a Calolzio e del co-imputato, il giovane Matteo Meoli, classe 1986. I due si trovavano a rispondere - quali supposti amministratori - di bancarotta fraudolenta per il crac - risalente al 2012 - di una impresa specializzata in imbiancature con sede presso un commercialista lecchese. Dopo l'uscita di scena di altri due indagati - Calogero Lazzara che ha patteggiato un anno e 4 mesi e Michele Missimi che ha optato invece per l'abbreviato, venendo condannato a 2 anni, con sospensione condizionale della pena - dinnanzi ai giudici Enrico Manzi, Maria Chiara Arrighi e Martina Beggio, è approdato il fasciolo - originariamente assegnato al sostituto procuratore Nicola Preteroti e poi ereditato dai colleghi alla sua partenza per Bergamo - vertente sulla presunta distruzione delle scritture contabili ascritta a Marinaro e Meoli, allo scopo di non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio societario con tutte le conseguenze connesse. In una precedente udienza, rassegnando le conclusioni, la Procura - nella persona del sostituto Giulia Angeleri - aveva chiesto 4 anni per il primo, 3 anni per il secondo. Gli avvocati Ilaria e Marilena Guglielmana, come anticipato, per il loro assistito hanno ottenuto invece l'assoluzione. L'accusa in capo a Meoli è stata invece derubricata da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice con pronuncia poi di non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
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