Lecco, ostello: l'arco e la toponomastica riportano ''dritti dritti'' al vecchio cimitero
Dopo anni di attesa e traversie, per il nuovo albergo per la gioventù di San Giovanni sembra si sia arrivati finalmente al dunque. Raccoglierà l’eredità dell’ostello Resegone di Germanedo, inaugurato nel 1954 e smantellato poco meno di una quarantina d’anni dopo per lasciare il posto al nuovo ospedale lecchese.
Se l’ostello si affaccia infatti su corso Matteotti, alle sue spalle corre – in parte assorbito nella nuova viabilità – il tracciato di quello che altro non è che un viottolo denominato nello stradario comunale proprio via al Cimitero. Ricordando come lì sorgesse il camposanto di San Giovanni, dismesso circa mezzo secolo fa: nel 1987, già erano state rimossi tombe e resti se una cronaca locale ne parlava come di un’area ormai ridotta «a terreno incolto circondato dalle vecchia mura perimetrali». Arrivarono poi la bonifica e appunto il cantiere dell’ostello. Resta quindi in città una via al Cimitero senza più cimitero.
Nulla di che stupirsi, del resto. Da un’altra parte della città – nel rione di Santo Stefano, per la precisione – c’è, per esempio, una via Bersaglio, contrassegnata da un’unica vecchia targa in marmo quasi dimenticata tra un paio di finestre, a ricordare qualcosa che non c’è più: il poligono di tiro, che i lecchesi chiamavano più sbrigativamente “tirassegno”, esistente un tempo lungo l’asse dell’attuale via De Gasperi, poligono prima dismesso e infine demolito negli anni Sessanta del secolo scorso.
Se l’ostello si affaccia infatti su corso Matteotti, alle sue spalle corre – in parte assorbito nella nuova viabilità – il tracciato di quello che altro non è che un viottolo denominato nello stradario comunale proprio via al Cimitero. Ricordando come lì sorgesse il camposanto di San Giovanni, dismesso circa mezzo secolo fa: nel 1987, già erano state rimossi tombe e resti se una cronaca locale ne parlava come di un’area ormai ridotta «a terreno incolto circondato dalle vecchia mura perimetrali». Arrivarono poi la bonifica e appunto il cantiere dell’ostello. Resta quindi in città una via al Cimitero senza più cimitero.
Nulla di che stupirsi, del resto. Da un’altra parte della città – nel rione di Santo Stefano, per la precisione – c’è, per esempio, una via Bersaglio, contrassegnata da un’unica vecchia targa in marmo quasi dimenticata tra un paio di finestre, a ricordare qualcosa che non c’è più: il poligono di tiro, che i lecchesi chiamavano più sbrigativamente “tirassegno”, esistente un tempo lungo l’asse dell’attuale via De Gasperi, poligono prima dismesso e infine demolito negli anni Sessanta del secolo scorso.
Dario Cercek