Lecco: la medaglia di San Nicolò alla comunità. La motivazione ha un sapore demagogico e populista

La tradizione religiosa si coniuga con quella civica e con la ricorrenza della premiazione delle benemerenze. L’articolo uno del regolamento civico delle benemerenze del 24 ottobre 2016 definisce le finalità e recita: “verranno conferite le Civiche Benemerenze a coloro che "con opere o con l'esempio, nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia, del lavoro, della scuola, dello sport, per iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico, per particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, per atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano dato lustro alla città di Lecco e alla sua comunità, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni".
La scelta della civica benemerita è proposta dalla segnalazione/sottoscrizione da parte dei cittadini e vagliata dai capigruppo con la maggioranza del 4/5 dei componenti la commissione.
Quest’anno la decisione è stata assunta dalla nuova Giunta Comunale, dai capigruppo e portata in Consiglio Comunale il 30 novembre. Il Presidente del consiglio comunale, Francesca Bonacina, in aula ha letto la seguente motivazione: “Interpretando il sentimento della città, valutata la particolare situazione di criticità in cui stiamo vivendo, abbiamo deciso di assegnare un unico e simbolico riconoscimento, la medaglia di San Nicolò alla comunità di Lecco”.
La motivazione non è in sintonia con le finalità dell’articolo uno del regolamento, ma questo si può anche accettare; i regolamenti sono mutevoli e cambiano in funzione delle maggioranze, delle situazioni e delle condizioni sociali.
La motivazione proposta contiene in sé un saporare demagogico e populista, di 'un vogliamoci bene general generico’. Sarebbe stato più opportuno dare la benemerenza a quelle figure professionali sanitarie che sono state impegnate a combattere il virus e lo sono ancora.
Bastava assegnare la benemerenza agli operatori sanitari dell’ospedale Manzoni di Lecco: medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, operatori sociosanitari, psicoterapeuti, amministrativi, operatori delle pulizie e ai medici di base; oppure ai vari volontari delle varie associazioni impegnati nel trasporto degli ammalati. Lì si sta ancora soffrendo e lavorando.
Mischiare il tutto non è opportuno.
C’è in questa motivazione una “inconscia” concezione paternalistica e infantilizzante non condivisibile.
Si ringrazia l’Amministrazione di Lecco per quest’atto simbolico rivolto a tutta la cittadinanza:
“ma come cittadino di Lecco, simbolicamente, non intendo ritirare la benemerenza. Grazie.”.
Dr. Enrico Magni