Lecco, Crac Cinomatic: per i testi della difesa non erano le 2 imputate a gestire l'azienda

Il Palazzo di Giustizia di Lecco
Non erano loro a gestire la società, bensì il signor Egidio, scritto come "quasi un despota" dal commercialista chiamato quest'oggi a deporre ed unico soggetto ricordato anche da un cliente, abituato ad interfacciarsi con lui per trattare gli acquisti. Questa la linea difensiva scelta dall'avvocato Massimo De Marco, legale delle signore Rosalba Nogara (classe 1938) e Monica Cibin (classe 1967), a processo per bancarotta fraudolenta nell'ambito del crac della Cinomatic srl, società lecchese specializzata nella costruzione di piccole gru per ristrutturazioni edili, dichiarata fallita nel 2009. Madre e figlia, la prima in qualità di amministratore di diritto e la seconda quale supposto amministratore di fatto dell'impresa di famiglia, stando al quadro accusatorio avrebbero aggravato il dissesto della società attingendo a finanziamenti ottenuti da più istituti di credito di fatto falsando i bilanci nonchè di aver distratto alcune somme di denaro dei conti dell'impresa. 3 milioni l'indebitamento complessivo della Cinomatic al momento del fallimento, con l'insolvenza già emersa nel 2006, come raccontato dal curatore fallimentare - la dottoressa Antonella Balderacchi, escussa lo scorso 1 ottobre e rappresentata, quale parte civile, dall'avvocato Alessandro Dell'Oro. 109.000 euro, invece, la cifra in contestazione quale supposta distrazione, pari alla liquidità di cassa non rinvenuta dopo il crac a cui aggiungere altresì due assegni per 20.000 euro emessi in favore delle due donne, la più anziana delle quali ritenute dal curatore "priva di competenze tecniche" e la seconda indicata invece come colei che, dalla morte del fratello, nel 2001, “ha accompagnato il padre in tutte le attività di carattere amministrativo e decisionale, fino al fallimento, anche durante la liquidazione e anche dopo aver ceduto le proprie quote”. Poco utile, a conferma di tale affermazione, la deposizione del direttore della filiale Creval di via Parini che, ha ricordato di aver intrattenuto rapporti lavorativi con la signora Cibin, senza però rammentare in merito a cosa. La donna è stata paragonata invece a una dipendente dal commercialista che per anni si è occupato degli adempimenti fiscali della Cinomatic, impresa a suo giudizio gestita verticisticamente dal titolare, il signor Egidio Cibin che, per il fallimento dell'impresa nella quale ha investito un'intera vita, ha già patteggiato un anno e 10 mesi. Sarà lui stesso il prossimo 15 aprile a raccontare al collegio giudicante - presidente Enrico Manzi, a latere le colleghie Nora Lisa Passoni e Giulia Barazzetta - le traversie subite dalla società, fino all'infausto epilogo con istanza di fallimento presentata in proprio, corredata da quella che la dottoressa Balderacchi ha definito un'autodenuncia circa i bilanci "ritoccati" per anni per ottenere liquidità dalle banche.
A.M.
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