Dopo il Congo, da Kindu ad Adua: le memorie a Lecco delle tragedie in Africa

Le solenni esequie celebrate nei Comuni di origine dei due eroici italiani trucidati in Congo, l’ambasciatore Luca Attanasio ed il carabiniere Vittorio Iacovacci, portano anche i lecchesi a ricordare le grandi tragedie tricolori vissute nel continente africano.
    Dopo l'assassinio dei volontari dell'Associazione Mondo Giusto, nel 1995, la prima memoria è per l’eccidio di Kindu, avvenuto l’11 novembre 1961 nell’attuale Repubblica democratica del Congo, dove furono trucidati 13 aviatori italiani facenti parte del contingente dell’Operazione Nazioni Unite, destinata a ristabilire l’ordine nello stato africano sconvolto da opposte fazioni. I militari formavano gli equipaggi di due C119, bimotori da trasporto della 46^ aereo brigata di Pisa. Gli aerei erano atterrati per scaricare rifornimenti di viveri in una città stretta d’assedio: vennero brutalmente assaliti pensando fossero paracadutisti mercenari.
    Un’ondata di sdegno e di commozione, di solidarietà verso l’Aereonautica Militare, percorse tutta la penisola, ed anche la città di Lecco. Cortei studenteschi mossero dalle varie sedi delle superiori, in particolare dall’istituto Parini per ragionieri, ancora in via Ghislanzoni. I partecipanti, dopo aver percorso le vie del centro cittadino, raggiunsero il monumento ai Caduti sul lungolago per un silenzioso omaggio alle vittime italiane della missione di pace e per la deposizione di omaggi floreali alle lapidi.
    L’eccidio di Kindu venne commemorato all’inizio della seduta del Consiglio Comunale di Lecco previsto in quei giorni, con un commovente intervento del sindaco Angelo Bonaiti all’apertura dei lavori. Si unirono al comune cordoglio le dichiarazioni dei capi gruppo delle varie forze politiche presenti in Consiglio.
  
C’è, altresì, da ricordare che proprio in questi giorni ricorre il 125° anniversario della tragedia africana di Adua, avvenuta il 1° marzo 1896, che vide il sacrificio di quasi 6.000 militari italiani. Era lecchese uno degli ultimi superstiti di Adua, il cav. Giuseppe Colombo, classe 1874, deceduto nel 1962 a 88 anni di età. Colombo era stato chiamato alle armi ventenne, nel 1894, ed assegnato al 51° fanteria, reggimento di stanza a Mantova. Il reparto ricevette l’ordine di mobilitazione verso l’Africa, imbarcandosi a Napoli, quando il generale Oreste Baratieri aveva chiesto rinforzi dopo la sconfitta italiana ad Amba Alagi. Colombo era ad Adua nella 3^ compagnia del 51°, nella colonna di riserva del generale Elena. La compagnia venne accerchiata ed assalita da soverchianti forze nemiche, con feroci attacchi della cavalleria Galla, di re Menelik. Furono necessarie cariche alla baionetta per aprire un varco di ritirata, lasciando sul campo morti e feriti. Giuseppe Colombo ritornò in Italia nel maggio 1896, sbarcando a Napoli e venendo congedato nel settembre dello stesso anno.
    Nel 1957 venne insignito dell’onorificenza di cavaliere della Repubblica con l’ultimo gruppo dei superstiti di Adua, tutti ultra ottantenni. Venne festeggiato presso l’oratorio San Luigi di Lecco centro, dove era cooperatore.
    Nel centenario della battaglia, il 1° marzo 1996, una delegazione di associazioni combattentistiche e d’arma di Lecco, con il comm. Pacifico Cortenova, rese omaggio alla tomba di Giuseppe Colombo, presso il Monumentale di via Parini.
La notizia della tragica sconfitta di Adua si diffuse a Lecco, come in tutta Italia, dopo i primi dispacci telegrafici giunti in municipio. La commozione popolare fu enorme: suonarono a lutto le campane delle chiese. Una veglia di preghiera per i Caduti venne promossa nella chiesetta di Santa Marta e straordinaria fu la partecipazione popolare.
A.B.
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