Valmadrera: Lorenzo, 23 anni, lascia tutto per un anno in Brasile con il Mato Grosso

Lorenzo Canali
"Non mi sento un supereroe, lo faccio perché era una cosa che avevo in mente già da un po' e poi i miei amici mi hanno spinto a farlo". Lorenzo Canali è un giovane di Valmadrera, ha 23 anni e da otto fa parte del gruppo Mato Grosso del paese. Il prossimo 5 marzo partirà per il Brasile per un anno. Andrà a fare volontariato. L'idea, ci confessa, è in cantiere già da tempo, tant'è che proprio lo scorso anno ha dovuto posticipare la partenza causa Covid: "Sarei dovuto partire il giugno scorso ma poi tutto è stato posticipato. Avevo già deciso di lasciare il lavoro".
Come lui, una trentina di giovani in tutta Italia stanno partendo in questi giorni alla volta delle quattro mete "fisse" dell'Operazione Mato Grosso: Ecuador, Bolivia, Perù e Brasile. Ma perché il Brasile? "Non ci sono mai stato, è la prima volta che vado in Sud America e come Paese lo conosco poco. Io avevo dato la mia disponibilità e siccome c'erano pochi ragazzi che volevano andare in Brasile mi hanno chiamato da lì". Pare essere un "vado dove c'è bisogno" l'imperativo che guida e guiderà Lorenzo per il prossimo anno, anche perché è ancora poco chiara sia la destinazione che le attività specifiche che andrà a fare. "Questa settimana ho scoperto che forse vado in una missione a San Salvador; lì c'è una scuola (internati in gergo) dove i ragazzi arrivano e stanno anche una settimana perché abitano in villaggi molto lontani; c'è una cooperativa in cui fanno vetrate, un oratorio... Le persone non sono ricche ma comunque sono meno povere che nei villaggi sulle Ande, in Perù. In Brasile è richiesta più la figura dell'educatore che quella dell'operaio per costruire case ad esempio. Anche lì le costruisci, certo, ma più che altro vai dalle persone, dai ragazzi che si sentono un po' abbandonati, dalle ragazze madri". Un lavoro più sociale che caritativo, forse, ma che comunque richiederà tutto il tempo e le energie di cui Lorenzo dispone. "Sarà una cosa 24 ore su 24, non conosco nessuno ma non sarò da solo. Ci saranno giorni in cui sarò un po' nervoso, ma le persone per aiutarsi ci sono".
Nonostante la situazione drammatica che il Brasile sta vivendo ancora oggi per quanto riguarda il Covid, Lorenzo pare essere molto tranquillo: "da noi del Mato Grosso sono stati tutti bene perché sono lontani dalle città. Un ragazzo rientrato a dicembre dopo un anno giù ha confermato che nei suoi paesini nessuno ha sofferto del Covid e dove andrò io sarà lo stesso: sono zone piccole ed isolate, farò una quarantena una volta arrivato. E poi noi andiamo giù perché c'è bisogno".
Sul perché abbia deciso di partire, lasciare il lavoro specialmente in un periodo storico come l'attuale Lorenzo pare non aver dubbi: "sono 8 anni che faccio parte del gruppo del Mato Grosso di Valmadrera, è una cosa che mi è sempre piaciuta e ad un certo punto ti accorgi di voler regalare di più e capisci che la forma più grande di dono è lasciare tutto e andare dall'altra parte del mondo e provare a fare di più".
La comunità di Valmadrera, cui Lorenzo appartiene (papà Beppe è presidente del Fondo Silveri e mamma Daniela volto "storico" della scuola materna), lo saluterà in due momenti distinti: ieri sera ha proposto, su sollecitazione del parroco, la sua testimonanza alla messa delle 18; mercoledì, infine, una seconda funzione celebrata dal fratello, padre Alessandro, missionario del PIME.
A.A.
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