Amarcord: quanta nostalgia tra i lecchesi per il festival di Sanremo!

Il festival di Sanremo chiede di sfogliare il taccuino del passato. E’ un ritorno per tanti anziani alle memorie delle prime edizioni, grande novità degli anni ’50 per un’Italia che usciva dalle ristrettezze e dalla faticosa ricostruzione post bellica ’45. C’era tanto spazio per la musica melodica, che portò subito all’attenzione popolare del successo la rassegna canora della cittadina dei fiori sul mar Ligure.
Il festival ebbe vasta eco nell’opinione pubblica: se ne parlò subito nei negozi, nei bar, lungo la strada, nelle conversazioni da finestra a finestra delle casalinghe. Le canzoni venivano fischiettate dai garzoni in bicicletta, dalla gente diretta al lavoro, erano richieste nelle sale da ballo e nei circoli, durante le serate canore e danzanti. Brani come “Vola colomba” e “Grazie dei fior”, interpretate da Nilla Pizzi, furono popolarissime per anni.
Le prime quattro edizioni furono trasmesse solo radiofonicamente. Era la sera del 29 gennaio 1955 quando anche migliaia di lecchesi, come otto milioni di italiani, videro per la prima volta in TV il festival di Sanremo. La Rai era al suo secondo anno di "lavoro", dopo il “battesimo” avvenuto il 3 gennaio 1954.   


Una foto della prima edizione, a seguire Claudio Villa e Nilla Pizzi

La serata conclusiva indicava già nelle previsioni come vincente la canzone “Buongiorno tristezza” interpretata da Claudio Villa e da Tullio Pane. Una forte laringite costrinse il primo a dare forfait, e gli organizzatori supplirono all’assenza del cantante romano facendo ascoltare il brano da un giradischi collocato al centro del palco vuoto. E’ stata la prima delle quattro vittorie di Claudio Villa al festival di Sanremo. La sua assenza nella finalissima deluse i suoi tanti fan, che però vennero subito compensati dal trionfo finale.
Rimasero, invece, maggiormente dispiaciuti in quel 1955 i fedelissimi del popolare presentatore Nunzio Filogamo, alla ribalta negli anni precedenti e divenuto popolare per il suo saluto di apertura agli ascoltatori: “Cari amici vicini e lontani, buonasera e benvenuti al festival di Sanremo”: venne sostituito con la quinta edizione dalla coppia formata dal telecronista Armando Pizzo e dall’annunciatrice Maria Teresa Ruta, zia dell’omonima conduttrice di inizio Duemila.


Nunzio Filogamo tra le vallette

La trasmissione sul piccolo schermo del festival di Sanremo provocò una grande richiesta di TV “casalinghe”, non solo nei bar e nei circoli, ma anche nelle famiglie. E’ stato un periodo di eccezionale impegno per il compianto Alfonso Molinari, che deve essere ricordato non solo come “mago” di antenne e di apparecchi della prima ora, ma anche come tecnico degli impianti di amplificazione di manifestazioni dell’Elma e di altri appuntamenti come la classica in salita Ballabio-Piani Resinelli, organizzata dal Moto Velo Club Lecco.


Il tecnico TV Alfonso Molinari

Il festival di Sanremo ebbe largo spazio nelle radio private con le novità dell’etere intorno al 1975/1976. Giancarlo Vitali, direttore di Radio Cristal, allora in corso Martiri, ricorda le telefonate per dediche di auguri, accompagnate da canzoni popolari come “Nel blu dipinto di blu” e “Piove” di Domenico Modugno. Anche la storica segretaria Paola Castelnuovo ha ben presenti le ripetute richieste di canzoni di Sanremo. Il compianto Gustavo Gnecchi, noto presentatore lecchese per tanti anni, protagonista al popolarissimo “Lascia o Triplica” presso il teatrino dell’oratorio San Luigi, aveva tra i ricordi più cari le serate condotte con Claudio Villa anche nella nostra città, presso il cinema Marconi, che oggi è l’auditorium Ticozzi di via Ongania. Gnecchi aggiungeva: “Nelle nostre rassegne canore di dilettanti alla ribalta erano sempre applauditissimi dal pubblico i motivi che giungevano da Sanremo. La febbre del festival durava per mesi negli appuntamenti musicali dei balli del sabato e la domenica. Il giudizio popolare – dichiarava sempre Gnecchi – è stato tante volte determinante oltre i risultati del festival stesso. Come non ricordare “Maledetta primavera” del 1981, che non ebbe tanti voti, ma che esplose con un successo popolare straordinario, schiacciando ogni disco concorrente nei juke-box degli esercizi pubblici”.
A.B.
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