Norda: la Provincia chiede 121.000 euro al concordato. Si spera nella stagione 'calda'

Immagine di repertorio
AMI, come noto, controlla infatti, oltre a diversi altri marchi tra i quali Sangemini e Gaudianello, anche Norda, brand "di casa" a Primaluna. 26 complessivamente, sul territorio nazionale, le sorgenti gestite dal gruppo con otto siti produttivi. Quello valsassinese oggi occupa poco meno di sessanta persone, come racconta Massimo Sala della Flai Cgil che da tempo segue le vicissitudini che hanno interessato il Gruppo Acque Minerali d'Italia "messo in sicurezza - come si legge in una nota diffusa recentemente dalla società al momento dell'omologa del concordato - grazie all'apporto di due fondi d'investimento, l'americano Magnetar e l'italiano Clessidra" che sottoscriveranno un aumento di capitale per complessivi 50 milioni di euro diventando azionisti di maggioranza in una compagine che vedrà l'attuale proprietà - la famiglia Pessina - rimanere comunque nell'azionariato. AMI - prosegue il comunicato - "ha continuato, in questi mesi, a garantire la produzione e il lavoro in tutti siti, nonostante le difficoltà per la pandemia e l'importante calo delle vendite anche per questo settore in seguito al blocco del canale dell'ho.re.ca e alle forti limitazioni per ristorazione e turismo".
Tema quest'ultimo toccato anche da Sala. "A Primaluna si lavoricchia. Nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati pensionamenti senza sostituzioni e il clima di incertezza ha portato qualcuno a ricollocarsi altrove. Tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, prima del deposito della richiesta di concordato, a causa delle difficoltà si sono registrati problemi nei flussi dei semilavorati e delle materie prime (da intendersi come la plastica per l'imbottigliamento e non certamente l'acqua ndr). Ciò ha comportato la perdita di un bel pezzo di mercato legato alla grande distribuzione. L'avvento del Covid poi ha fermato anche il così detto ho.re.ca e dunque il settore dei bar, della ristorazione e del catering dove è destinata la maggior parte della produzione in vetro. Per i lavoratori l'impatto non è stato particolarmente drammatico: non risultano arretrati a livello di pagamenti. Si sono registrati problemi nel 2020 solo per la cassa integrazione con ritardi da parte di INPS ma ora superati. Ora, approvato il piano concordatario, si tratta di capire se ha le gambe per stare in piedi concretamente. Anche ieri abbiamo avuto un incontro con il MISE. Il 6 settembre è fissata l'adunanza dei creditori. Importante per noi da qui ad allora è capire se rispetto alla stagione che sta per cominciare - con la massima richiesta da maggio a settembre - si riescono a riannodare tutti i fili, recuperando pezzi di mercato. Riscontriamo, ma questo non solo per Norda, ancora problemi con il PET, a causa della penuria di materiale sul mercato e dell'impennata dei prezzi. Norda poi dal punto di vista commerciale deve tornare "sul pezzo" e non è nemmeno facile, viste le incertezze del momento, trovare le risorse umane per farlo. La struttura necessita di rivitalizzazione per il recupero del terreno perso".
Con la speranza che il miglioramento della situazione sanitaria possa contribuire, “sbloccando” la ristorazione e dando così ossigeno anche alla catena del food and beverage.
A.M.