Lecco, in Basilica l'ultimo saluto a Gianni Micheli, spirato dopo 13 anni di coma: 'Ci hai insegnato che la vita è un dono meraviglioso'

Si sono aperte con le parole del Cardinale Angelo Scola, proposte in una lettera scritta ai famigliari e a tutti i presenti in Basilica, le esequie di Gianni Micheli, già assessore a Lecco nell'ultimo decennio del secolo scorso, ex presidente della Compagnia delle Opere e protagonista della vita cittadina anche in ambito associativo e camerale. 74 anni, dal 2007 era in uno stato di "veglia non responsiva" a seguito di un arresto cardiaco: una condizione, la sua, mai mutata nel corso del tempo, di fronte alla quale, tuttavia, i suoi cari, e in particolare la moglie Anna, non hanno mai smesso di assisterlo e prestargli tutte le cure necessarie, fino alla morte sopraggiunta nella giornata di domenica.



Nel riquadro Gianni Micheli

"Il passaggio di Gianni all'altra riva ci interroga in modo particolare, dopo quasi 14 anni trascorsi in uno stato di veglia non responsiva" ha affermato il Cardinal Scola nel suo scritto. "Che senso hanno avuto per lui e i suoi cari, per noi tutti che lo abbiamo conosciuto e stimato? Lo possiamo imparare dal modo in cui Anna lo ha sempre assistito e soprattutto amato. Gianni ha vissuto una vita carica di mistero. La nostra fede ci assicura che il Padre lo ha tenuto stretto a sè in tutto questo periodo, con un rapporto diretto e speciale. Certamente solo l'amore ci permette di riconoscere questo dato, salvando la dignità, la pienezza della persona, il suo modo di vivere".



"La morte di Gianni - ha proseguito - assume carattere di compimento, il suo stato ci insegna che cos'è la vita: un dono meraviglioso, in qualunque modo si esplichi, della generazione della Trinità. La sua esistenza è stata piena di bellezza, e ora più che mai di insegnamenti per ciascuno di noi: auguro a me e a tutti di impararlo. Guardiamo alla testimonianza di Anna e dei suoi cari, capiremo che cos'è l'amore. "Nessuno può venire a me se non il Padre che lo ha mandato e io lo risusciterò nell'ultimo giorno": ecco, questa è la certezza che alberga nel nostro cuore, quella di rivederci tutti nella patria definitiva dove saremo sempre con il Signore".


Don Luigi Ferè

Otto i sacerdoti presenti sull'altare della Basilica per la funzione, presieduta dal parroco di Sesto Calende don Luigi Ferè, che durante l'omelia è tornato proprio su queste parole e su quelle con cui, nel 2019, Anna Micheli aveva raccontato in una lunga intervista a Tempi gli anni di coma del marito, che alla clinica Talamoni si trovava nella stanza accanto a quella di Eluana Englaro.


Il figlio Emmanuel

"Per Gianni si è compiuto il cammino: la sua vita e la sua testimonianza sono diventate piene" ha commentato il sacerdote. "Mi sembra giusto, quindi, prendere sul serio la domanda del nostro Cardinal Scola: "Che senso hanno avuto questi anni?". Per i famigliari di Gianni è stato un lavoro di ricerca, di accoglienza del dono del Signore. "Quell'attimo mi ha come scorticata viva, messa in ginocchio, mi sono sentita mendicante" aveva detto Anna, parlando della storia della sua famiglia, dell'abbraccio potentissimo in cui i figli li avevano stretti, sentendo forte il tutt'uno tra padre e madre. "Nelle situazioni si fa esperienza che la vita non è "un sogno" e le sfide che si incontrano nel tempo fanno emergere il senso che hai dato al tuo esistere, che quello che capita non è una tragedia ma sono drammi da affrontare perché sono la tua storia. Ciascuno ha la sua storia, e questa è la nostra [...]. Gianni oggi c'è, è presente, anzi è una presenza più forte di prima. È un richiamo costante che la vita non te la dai da te, ma appartieni a un Altro con la A maiuscola, che ti fa in ogni istante" diceva ancora Anna, parlando poi della necessità della compagnia, dell'amicizia, unica cosa possibile nel reparto di Gianni diventato una seconda casa per tutta la famiglia Micheli, luogo dove ciascuno è sè stesso, unico".



"Lì risiedono persone con funzioni vitali stabili, che necessitano solo di cure basiche, di mangiare e bere, che non sono attaccate a una macchina come si pensa" ha concluso don Luigi, riprendendo ancora la testimonianza di Anna. "Non c'è nessun accanimento terapeutico, chi invoca una fine "dignitosa" è nemico della verità, non vuole riconoscere che il vero dramma sta nel fatto che i famigliari abbiano bisogno di sostegno e vicinanza. Gianni è sempre stato con noi, è come se ci avesse anticipato nel cammino verso il Paradiso".



A concludere la celebrazione, le parole del figlio Emmanuel. "Papà è sempre stato una chiara presenza, il solo avvicinarsi a lui era un richiamo costante a qualcosa di più grande, così come la percezione che la vita è un dono di Dio, a cui si deve rispondere" ha dichiarato quest'ultimo. "La stessa cosa si è vista attraverso la mamma, che con grande tenerezza stava insieme a lui ogni giorno, introducendoci a qualcosa di superiore, al voler bene. I nostri genitori ci hanno accompagnati al mistero della vita. Siamo certi che ora papà ci veglia dall'alto. Ringraziamo di cuore il personale della clinica Talamoni e degli Istituti Airoldi e Muzzi, in particolare del piano zero, per la cura e l'affetto dimostrati: un grazie anche a Monsignor Davide Milani, a don Luigi e a tutti gli amici sacerdoti che hanno voluto accompagnarci in questo momento".



Salutato dalle note del "Signore delle cime", il feretro di Gianni Micheli è stato poi accompagnato al cimitero di Castello, dove riposerà per sempre.
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