Processo per uno 'scoppio' alla Fiocchi: la causa ricondotta a un 'tocco'

Immagine di repertorio della sede della Fiocchi Munizioni a Belledo
Il fascicolo che porta il nome del patron della Fiocchi Munizioni e il suo responsabile della sicurezza - difesi in aula dagli avvocati Enrico Giarda e Enrico Rigamonti - era stato aperto dopo che nel 2017 un operaio guidalinea della storica azienda di produzione di munizioni era rimasto coinvolto nell'esplosione del forno del casello 22.
Il tutto era partito da una anomalia: mentre l'infortunato stava operando all'interno del reparto di lavorazione della miscela per le capsule d'innesto dei bossoli, il forno di asciugatura si era bloccato. Così l'uomo aveva provato ad entrare, nel tentativo di risolvere la situazione, poi lo scoppio.
Fermo nell'attestare la conformità e la sicurezza degli impianti produttivi, il consulente della difesa dott. Paolo Lorenzo Gilardi, laureato in fisica ed esperto di sicurezza sul lavoro, ha ammesso di essere "impazzito" per cercare di capire cosa fosse successo: gli sono venute in aiuto le fotografie da lui scattate l'indomani dell'infortunio.
Bene avrebbe fatto l'operaio ad entrare nel forno e bloccare il selettore, scaricando l'aria compressa, così come previsto dai protocolli, ma sarebbe stato tradito - secondo la "conclusione di cui è fermamente convinto" il fisico - da un piccolo gesto (volontario o involontario che fosse) del guidalinea: entrando nel forno avrebbe toccato le palmelle che lì vi trasportano le capsule d'innesto dei bossoli per l'asciugatura. Quel piccolissimo tocco avrebbe trasferito energia agli innesti, causando l'esplosione.
Per venerdì è prevista la discussione fra le parti e sentenza.
F.F.