
L'avvocato Marcello Perillo
C'è un avvocato lecchese, da qualche ora, al fianco di Gabriele Tadini, il direttore del servizio, tratto in arresto nella nottata a cavallo tra martedì e mercoledì con altre due persone in relazione alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone. Il 63enne ha nominato infatti quale proprio legale di fiducia il penalista con studio in via Cavour Marcello Perillo. La toga lariana nel pomeriggio ha raggiunto Verbania per interloquire con il proprio assistito e il procuratore Olimpia Bossi, chiarissima in mattinata nell'affermare, commentando i tre fermi con la stampa, come - a suo giudizio, sulla base delle prime risultanze dell'inchiesta avviata già nell'immediatezza dello schianto della cabina costato la vita a 14 persone - all'origine dell'incidente vi sia un "forchettone" apposto intenzionalmente per bloccare il freno d'emergenza dell'infrastruttura dopo l'emergere di una serie di anomalie che avrebbero richiesto un intervento di manutenzione più sostanzioso e dunque il blocco dell'impianto. Un blocco, ovviato, parrebbe, proprio non rimuovendo tale dispositivo posticcio che, quando domenica il cavo trainante si è spezzato, ha impedito al freno di entrare in funzione, facendo letteralmente "schizzare" la vettura nella quale hanno trovato la morte tutti gli occupanti, ad esclusione del piccolo Eitan, 5 anni, protetto dell'abbraccio del giovane padre, non sopravvissuto allo schianto così come la consorte, il loro secondogenito e altre undici persone. Una scena raccapricciante quella che si è parata dinnanzi agli occhi dei primi intervenuti in posto, tra i quali un meratese d'adozione ovvero il tenente colonnello Giorgio Santacroce, già comandante della Compagnia cittadina, dal settembre 2020 a capo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Verbania, i cui uomini sono stati incaricati dei rilievi sull'infrastruttura, poi posta in sequestro così come tutta la documentazione relativa alla manutenzione.

La cabina schiantatasi al suolo
Con Tadini - classe 1958 - dopo gli interrogatori quali persone informate dei fatti dei lavoratori addetti all'impianto di risalita protrattisi fino a notte fonda, sono in stato d'arresto Luigi Nerini, 56 anni, amministratore della società Ferrovie del Mottarone che gestisce la funiva e l'ingegnere Enrico Perocchio, classe 1960. Le ipotesi di reato nei confronti del direttore di servizio e del capo operativo sono omicidio colposo aggravato. Tutti e tre sono stati portati in carcere a Verbania poco prima della 4. E lì l'avvocato Perillo ha raggiunto il suo assistito, tacciato di essere materialmente colui il quale ha inserito il "forchettone" ora incriminato. "L'ho trovato sereno ma certamente molto provato per l'accaduto. L'udienza di convalida si terrà tra venerdì e sabato. Il mio cliente ha già rilasciato delle dichiarazioni questa notte in presenza dell'avvocato d'ufficio. Valuteremo dopo la lettura degli atti il da farsi. Ho già avuto modo comunque di confrontarmi anche con il procuratore, persona estremamente garbata e cordiale. Abbiamo avuto un primo confronto senza entrare nello specifico".
Nelle prossime ore la convalida del fermo e le misure cautelari. “Sono molto onorato della nomina. Mi attende un gran lavoro” la chiosa della toga lecchese.
A.M.