Lecco: il 'nipote' Sperello di Serego Alighieri chiude con successo il Dante Festival
Grande successo per la conferenza che chiude il Dante Festival di Lecco. Ospite d'onore l'astrofisico Sperello di Serego Alighieri, diciannovesimo discendente diretto dell'autore della Commedia. L’incontro - dal titolo "La cosmografia dantesca tra antico e moderno" - è stato organizzato in collaborazione con il gruppo Deep Space ed è stato particolarmente apprezzato.
Sono state ben due, infatti, i turni per poter accedere alla conferenza tenuta dallo scienziato. Attratto fin dalla giovane età più dalla scienza e dallo studio delle stelle piuttosto che dalla letteratura, Sperello Alighieri ha deciso di approfondire la figura del suo antenato proprio partendo da ciò che ama di più: l'astronomia.
Attraverso le terzine dantesche, l’astrofisico ha analizzato la concezione del cosmo di Dante attraverso i vari indizi lasciati dal grande poeta. Con il passare del tempo l'astrofisico ha capito che il suo avo non era stato solo un grande letterato ma anche un profondo conoscitore delle teorie che descrivono l'universo medievale. Dante, infatti, parla di astronomia già nel “Convivio” per poi lasciare numerose tracce astronomiche nella sua opera principale.
Sperello Alighieri ha poi chiuso la conferenza parlando della pesante eredità del suo cognome ricordando che la discendenza e la nobiltà svaniscono, se non ci si dà da fare per consolidarle. D'altronde, nella cantica del Paradiso è proprio il suo illustre antenato che ricorda che la nobiltà di sangue è come un mantello che presto si accorcia: “O poca nostra nobiltà di sangue, / […] Ben se’ tu manto che tosto raccorce / sì che, se non s’appon di dì in die, / lo tempo lo tempo va dintorno con le force”.
Sono state ben due, infatti, i turni per poter accedere alla conferenza tenuta dallo scienziato. Attratto fin dalla giovane età più dalla scienza e dallo studio delle stelle piuttosto che dalla letteratura, Sperello Alighieri ha deciso di approfondire la figura del suo antenato proprio partendo da ciò che ama di più: l'astronomia.
Al centro Sperello di Serego Alighieri
Attraverso le terzine dantesche, l’astrofisico ha analizzato la concezione del cosmo di Dante attraverso i vari indizi lasciati dal grande poeta. Con il passare del tempo l'astrofisico ha capito che il suo avo non era stato solo un grande letterato ma anche un profondo conoscitore delle teorie che descrivono l'universo medievale. Dante, infatti, parla di astronomia già nel “Convivio” per poi lasciare numerose tracce astronomiche nella sua opera principale.
Sperello Alighieri ha poi chiuso la conferenza parlando della pesante eredità del suo cognome ricordando che la discendenza e la nobiltà svaniscono, se non ci si dà da fare per consolidarle. D'altronde, nella cantica del Paradiso è proprio il suo illustre antenato che ricorda che la nobiltà di sangue è come un mantello che presto si accorcia: “O poca nostra nobiltà di sangue, / […] Ben se’ tu manto che tosto raccorce / sì che, se non s’appon di dì in die, / lo tempo lo tempo va dintorno con le force”.
B.V.