Omicidio di Temù: tutti gli indizi contro di Silvia, Paola e Mirto. Un testimone oculare avrebbe riconosciuto il calolziese

Mirto Milani
Economiche le motivazioni dell'omicidio: al terzetto viene addebitato l'interesse “a sostituirsi alla Ziliani nell'amministrazione del suo vasto patrimonio immobiliare, al fine anche di risolvere i rispettivi problemi economici e di rientrare dell'esborso di 40.000 euro che la donna avrebbe imposto alle ragazze per mettere a reddito alcuni appartamenti”.
E' quanto esplicitato nero su bianco dall'ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere datata 23 settembre. In quattro mesi di indagini, la Procura di Brescia ritiene di aver costruito un quadro accusatorio solido, in toto sposato dal GIP che, sulla base dei gravi indizi di colpevolezza emersi, ha disposto l'incarcerazione dei tre indagati, tutti assistiti dall'avvocato lecchese Elena Invernizzi e dalla collega bergamasca Maria Pia Longaretti. In 38 pagine emerge la supposta premeditazione dell'omicidio, "che ha permesso agli indagati di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico", con tanto di prodromo individuato in una cena durante la quale sarebbe stata “avvelenata” con un tisana tanto da patire poi un malore, come attestato dal nuovo compagno e da una amica.

Laura Ziliani
Maldestro, sarebbe stato poi anche il tentativo di depistare le ricerche facendo ritrovare le scarpe e i pantaloni della vittima. La tecnologia avrebbe permesso infatti, tra captazioni e incroci di telecamere, di collocare proprio i tre indagati – tutti insieme o Milani in coppia con la fidanzata – nei punti in cui le calzature e i jeans sono stati poi notati da passanti. Addirittura, per la seconda delle due Salomon indicate dalle figlie come appartenenti alla madre, un testimone oculare avrebbe visto e poi riconosciuto Mirto e “una delle due Zani”, osservando da lontano il loro armeggiare sospetto con un binocolo. Il giovanotto – cresciuto a Olginate prima di spostarsi a Calolzio e ora formalmente residente a Roncola San Bernardo – si sarebbe addentrato in una macchia di vegetazione nei pressi del canneto, ricongiungendosi poi con la donna che lo attendeva sulla strada, notata chinarsi come per raccogliere qualcosa – che in realtà non c'era – al passaggio di una macchina, probabilmente per evitare di essere vista in viso dal conducente.
Certo, il quadro tracciato dalla Procura non è ancora completo. Non si sa nemmeno come la Ziliani è stata uccisa e dove il suo corpo è rimasto fino a domenica 8 agosto. Ma per il Gip il disegno è chiaro. E per Silvia, Paola e Mirto si sono spalancate da oggi le porte del carcere.
A.M.