PAROLE CHE PARLANO/61

IL BALENO E LA BALENA

Etimologicamente, balena deriva dal termine latino balena, a sua volta collegabile al greco phalaina, con lo stesso significato di grosso cetaceo, ma stranamente anche di falena, la farfalla notturna che volteggia nelle ombre della sera attorno a luci e fiamme. Entrambe sono quindi accomunate dalla stessa radice greca, forse phaino, col significato di apparire, manifestarsi: attorno a un fuoco l'una, sopra il pelo dell'acqua l'altra.
Il baleno, che ovviamente non è il maschio della balena (e in questo periodo di linguaggio inclusivo è il caso di sottolinearlo), ci richiama invece la saetta nel cielo, il coloratissimo arco (baleno) che si manifesta dopo una pioggia e il verbo balenare che usiamo per un'improvvisa comparsa, che potrebbe anche essere un'idea repentina e fulminante.
Eppure, l'accostamento scherzoso del baleno ai giganteschi mammiferi acquatici probabilmente non è del tutto fuori luogo. Nel passato, una tendenza popolare definiva i fenomeni atmosferici con nomi di mostri, marini in particolare. Come è stato per una nebbia che arriva dal mare sulle coste siciliane, chiamata lupa di mare per via dei suoni lamentosi simili a ululati imputati a Scilla, uno dei due mostri dello Stretto; oppure i tifoni, che prendono il nome da Tifone, démone primordiale della tempesta.
Immaginiamo allora di osservare da una barca l'improvvisa comparsa di una megattera o di un capodoglio, rapidi e sguscianti: effettivamente emergono e scompaiono in un balenio di luci e di schiuma bianca.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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