Oggi la sfida per la presidenza dell’ATO. Il ruolo della Provincia, quello di Merate e la mediazione di un sindaco sopra le parti

L'appuntamento è per le 17.45 in sala Ticozzi a Lecco. I sindaci della provincia dovranno eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione dell'ATO, l'Ambito territoriale Ottimale, competente per indirizzo e controllo dell'attività dell'azienda pubblica di gestione del sistema idrico integrato, acquedotti, fognature e depurazione acque reflue.

Per quanto si tratti di incarico non remunerato, presiedere l'ATO conferisce grande prestigio. Ma richiede anche vasta competenza.

All'incontro tra rappresentanti del centrodestra, coordinati dal sindaco di Montevecchia Ivan Pendeggia, l'indicazione pervenuta dal gruppo di vertice rappresentato dai leghisti Mauro Piazza e Paolo Arrigoni - certamente con l'avallo del segretario del Carroccio Daniele Butti - è per Marco Domenico Bonaiti, consigliere comunale di Calolziocorte, cittadina del senatore Arrigoni.

Da un rapido sondaggio tra sindaci del meratese e del casatese non sembra che Bonaiti sia molto conosciuto, per quanto già membro del CdA di ATO. Ed è pur vero che la nomina del presidente spetta al numero uno della Provincia, Alessandra Hofmann, presumibilmente "consigliata" e "assistita" dal consulente politico da lei recentemente assunto, Carlo Piazza, animatore della campagna elettorale per le provinciali, già "portaborse" di Mauro Piazza.

Il cerchio rilancia un'immagine non brillante della politica in quanto, più che condiviso - come sarebbe giusto anche per il candidato - sembra che il nominativo di Bonaiti sia quasi imposto a sindaci che neppure lo conoscono ma seguono le indicazioni che piovono dall'alto.

Il confronto, tuttavia, si presenta dall'esito non scontato. Intanto un ruolo importantissimo l'avrà Merate. Il sindaco Massimo Panzeri sembra disposto a adeguarsi alla proposta ma al proprio interno, anche se sotto traccia, il malumore serpeggia. Ed è sempre più rumoroso. Le decisioni spesso Panzeri le assume senza consultarsi con i suoi assessori che poi le scoprono a cose fatte. E questo metodo a lungo andare logora anche i più pazienti.

Ma, soprattutto, dall'interno della maggioranza ci si domanda per quale motivo Massimo Panzeri non abbia candidato il suo assessore Andrea Robbiani che per anni ha portato avanti una meritevole campagna sull'acqua pubblica il cui testimone è stato poi ripreso dal successore Andrea Massironi. Entrambi sono profondi conoscitori dell'ambiente e rappresenterebbero bene la seconda città della provincia.

La quale oggi non è rappresentata ai vertici delle tre società pubbliche, Lario Reti, Silea e Seruso (per quanto il presidente di quest'ultima, Massimiliano Vivenzio, prima di trasferirsi a Lecco è stato vice sindaco a Merate).

Massimo Panzeri è a un bivio: adeguarsi alle indicazioni del partito o sostenere una diversa candidatura.

In ogni caso laddove non si trovasse una convergenza mediata sembra opportuno concentrare i consensi su un sindaco. Che, almeno, in questa veste, è per definizione "sopra le parti".

Meglio ancora se questo sindaco non sia marcatamente di parte, ma posto in un'area che possa rappresentare al meglio gli interessi dell'Ambito. Più che quelli dello schieramento di appartenenza.

 

Claudio Brambilla
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