Lecco: in aumento i Trattamenti e gli Accertamenti sanitari obbligatori, le ragioni legate anche ad 'abusi' e alla società

Antonio Lora
E’ uno strumento per sottoporre alle cure le persone che le rifiutano in un momento di acuzie, “colpite” da disturbo psichiatrico grave che necessita di un trattamento che non può essere dilazionato. Così il dottor Antonio Lora, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda ospedaliera della provincia di Lecco, definisce il T.S.O. - Trattamento sanitario obbligatorio. Un acronimo che incute un certo timore e che nell’immaginario comune viene ricondotto all’intervento delle forze dell’ordine quando qualcuno “da di matto”, ingenerando disturbo o creando “allarme”. In realtà, se prima della legge 180 del 1978 poteva essere disposto nei confronti di chi si rendeva pericoloso a sé o agli altri, oggigiorno il ricovero coatto di tipo sanitario è determinato dal quadro clinico della persona: viene così separato il problema di salute (mentale) dal comportamento, seppur deviante o con risvolti penalmente rilevanti. Non si può – in altre parole – sottoporre a T.S.O. un soggetto soltanto perché “molesto”.
Concretamente perché si arrivi a tale decisione è necessario il parere di due medici – non per forza psichiatri – con il secondo necessariamente in servizio presso una struttura pubblica chiamato a convalidare il giudizio espresso dal primo. A disporlo è però il sindaco, a cui spetta la firma del provvedimento a seguito del quale il soggetto viene raggiunto dal personale sanitario del 118 “scortato” prevalentemente dai vigili per essere accompagnato in ospedale e preso in cura. Diverso è invece l’Accertamento sanitario obbligatorio (A.S.O.): “ordinato” anch’esso dal primo cittadino del comune di residenza del paziente (o della municipalità in cui esso si trova) su indicazione di un solo medico, consente di far visitare un soggetto con problemi psichici critici che non accetti di recarsi spontaneamente al Pronto soccorso o comunque di essere visto da un dottore.
Nella sola città di Lecco nel 2014 il comando di Polizia Locale ha dato esecuzione a 78 richieste di T.S.O. e A.S.O., un numero ben superiore alla media storica dell’ultimo decennio con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Graduale ma costante l’aumento degli “accompagnamenti” in ospedale se si tiene in considerazione l’ultimo quadriennio: 55 nel 2010, 59 nel 2012, 65 nel 2013 e appunto 78 nel 2014. Innegabile la crescita ma in effetti tali dati “rappresentano solo la punta dell’iceberg” ha argomentato il dottor Lora puntualizzando come “all’incirca il 10-12% dei ricoveri in reparto avviene in T.S.O. ma solo il 14% dei nostri pazienti viene ricoverato”.
In ogni caso, per spiegare il trend in ascesa di interventi della PL per T.S.O. e A.S.O., il direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura cita diverse cause. Purtroppo, sempre più spesso e soprattutto tra i giovani, disturbo mentale e abuso di sostanze – droga o alcool – “vanno a braccetto”, si intrecciano. Le caratteristiche di agitazione e aggressività di chi si trova ad aver fatto uso di anfetamine o cocaina, solo per fare due esempi, associata alla situazione psichica del soggetto, rendono manifesto l’intervento delle forze dell’ordine. C’è poi da chiedersi se effettivamente non sia cambiato anche il tessuto sociale. Quanto la comunità è ancora tollerante e quanto è invece espulsiva? Una buona fetta dei pazienti in questione vive infatti in condizioni di marginalità sociale e, in generale, i meccanismi di contenimento faticano ad essere attivati anche per effetto della crisi che da una parte colpisce ancora di più i soggetti vulnerabili e dall’altro acuisce la tensione. La segnalazione precoce potrebbe essere una soluzione per limitare la degenerazione senza però dimenticare che in buona parte dei destinatari di T.S.O. sono comunque persone affette da disturbo mentale grave che non vogliono farsi curare e non ottengono remissione del disturbo.
A.M.
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