PAROLE CHE PARLANO/67

Voltagabbana

È una parola che non utilizziamo molto spesso, forse augurando al nostro prossimo, ma anche a noi stessi, minore superficialità e malafede e maggiore coerenza di ideali e principi. In effetti, diventa voltagabbana, con una connotazione del tutto negativa, colui che cambia spesso e con leggerezza opinione o atteggiamento, per ottenere vantaggi personali o per povertà di pensiero. Un suo sinonimo potrebbe essere voltafaccia, un'altra parola composta che, in modo metaforico, ci presenta l'aspetto di una persona che gira il volto di qua e di là, come una girandola, in cerca del proprio tornaconto.
Anche voltagabbana è un composto, in cui compare il termine gabbana, che probabilmente era il soprabito largo e lungo, senza cintura, spesso con cappuccio e a volte foderato di pelliccia, che in passato era indossato principalmente dai militari, ma anche per lavoro da operai e contadini. Come cappotto e cappa nasce dal nome arabo qabā'. È evidente che, chi poteva permetterselo, ne acquistava uno nuovo ogni volta che il precedente risultava liso e invecchiato o semplicemente per indossare qualcosa di diverso, mentre per i meno abbienti era possibile rivoltarlo per sfruttare l'interno, meno logoro.
Pertanto il passaggio dall'oggetto materiale al significato metaforico di voltagabbana dovrebbe risultare chiaro: lo è colui che, senza la minima lealtà e coerenza, cambia di abito, volta la faccia, diventa una banderuola, abbandonando amicizie, cause e schieramenti.


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