Lecco: 70 anni fa le bombe sulla 'Fiocchi', 4 i morti, l'azienda 'rinata' già a settembre

Era il 12 Marzo 1945, settant’anni or sono, alle ore 9:48, quando sulla Fiocchi Munizioni, in quartiere Belledo di Lecco, cadevano le bombe della più tragica incursione aerea sulla città. I morti furono quattro, i feriti otto. Il bilancio sarebbe stato ben più pesante se fosse scoppiato l’ordigno caduto sulla piazzola a circa cinquanta metri dall’imbocco del rifugio anti-aereo; la bomba si spaccò, invece, e si sfaldò, gettando intorno polvere gialla da tritolo.

Gli effetti delle bombe

    L’allarme dell’arrivo aereo venne lanciato, dalla vedetta interna della Fiocchi, sulla torretta di avvistamento del complesso. I presenti al lavoro alla Fiocchi erano, in quel momento circa mille. Antonio Riva, detto “Comunque”, era di vedetta sulla torretta; diede l’allarme appena intuì in lontananza il rombo dei cacciabombardieri.

L'azienda

Erano tre, si avventarono sulla Fiocchi di Belledo, scagliando sei bombe dirompenti. I morti furono due uomini e due donne. I danni furono ingentissimi; il complesso fu paralizzato nella produzione. Temendo nuove incursioni, come poi avvenne il 19 Marzo, il macchinario scampato alla distruzione venne trasferito alla Galandra di Castello e a Parè di Valmadrera.

Foto di gruppo dei lavoratori nel 1944

    Il bombardamento-bis del 19 Marzo fece nuovi danni, ma non vittime, in quanto era il giorno festivo di San Giuseppe e la presenza in fabbrica era molto ridotta. Rimane, comunque, un fatto sotto certi profili misteriosi il bombardamento della Fiocchi Munizioni di Belledo. La produzione era dimezzata: rispetto all’anno precedente non c’era più materiale. Nelle ore diurne era impossibile circolare con automezzi; gli alleati erano padroni incontrastati del cielo. La guerra era ormai persa per tedeschi e fascisti. La Fiocchi era sì sotto il controllo tedesco, ma c’era un componente della famiglia, Giulio Fiocchi, deportato in Germania. Vi erano contatti con il Movimento della Liberazione, in particolare con l’operazione Dick Ciliegio, paracadutata nottetempo, il 6 Febbraio 1945, ai Piani Resinelli e coordinata dal leggendario italo-americano “Fulvio” Lazzarini. Era, quest’ultimo, l’introvabile americano ricercato dai tedeschi e dalla Gnr perché dotato anche di radiotrasmittente, nascosta, poi, in un edificio nell’allora solitaria Via Galandra, in quartiere Castello.

Quattro superstiti del bombardamento

    Demolita dalle incursioni aeree della primavera 1945, colpita nei reparti vitali di produzione, la Fiocchi venne ricostruita subito dopo la Liberazione e già nel Settembre 1945 poteva riprendere alcune “catene” del suo ciclo di produzione. E’ stata una vittoria della volontà, della tenacia, del lavoro, da parte della proprietà e di tutte le maestranze.  
Aloisio Bonfanti
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