Casargo: visibile in Val Marcia da più di 300 anni, il faggio del Piancone sarà sottoposto a 'Tac'

Il secolare albero, la cui folta chioma raggiunge un diametro di quasi 30 metri, con le dimensioni del tronco di poco inferiori ai 9, rappresenta un patrimonio naturalistico che il Comune dell’Alta Valle vuole preservare e valorizzare.
“Il faggio del Piancone è un piccolo grande tesoro del nostro territorio, il suo interesse è ambientale ma anche storico" sottolinea Piergiacomo Acerboni, assessore all’agricoltura di Casargo. "Incredibile pensare come le chiome del Fodon continuino a seguire il loro ciclo naturale da oltre tre secoli, così come è straordinario immaginare che abbia attraversato epoche, generazioni e differenti fatti storici sino ai giorni nostri: probabilmente quando la corsa verso l’alto del grande faggio era appena iniziata il Ducato di Milano aveva appena ceduto il passo all’Impero Austro Ungarico, e da lì a poco sarebbe iniziata la campagna Napoleonica in Italia".
"Insomma un patrimonio di tutti, che non a caso è inserito tra gli alberi monumentali della Penisola - aggiunge il sindaco Antonio Pasquini – che è doveroso tutelare e valorizzare, e che necessita di un immediato intervento. Lo studio commissionato permetterà non solo di saperne di più sul Fodon, ma altresì di curare e proteggere il grande albero dai fenomeni degenerativi di vario tipo che affliggono anche gli arbusti, specie se non più “giovanissimi”. La parola quindi agli agronomi".Il grande faggio si trova a Casargo, in Val Marcia: per ammirare le sue folte chiome è necessaria una camminata da Faedo, seguendo la segnaletica, o in alternativa dalla zona industriale di Premana passando per il rifugio Ariale, quest’ultimo sentiero oggetto nel novembre scorso di un importante intervento di manutenzione ordinaria grazie ad alcuni volontari coordinati dal gestore del rifugio Ombrega. Entrambi i percorsi presentano dislivelli importanti e qualche breve tratto esposto, per affrontarli sono quindi necessari allenamento e la massima attenzione.
