Poas/3: col via libera regionale del Piano la direzione nominerà i Capidipartimento. E’ auspicabile un equilibrio tra Lecco e Merate

Le linee guida emanate dalla Regione Lombardia per l'adozione dei piani di organizzazione aziendale strategici (POAS) delle ATS e delle ASST definiscono come significativa innovazione l'articolazione delle ASST nei due Poli, Ospedaliero e Territoriale, a sua volta articolati in Distretti e Dipartimenti (con al loro interno le Strutture Complesse, le Strutture Semplici Dipartimentali e Distrettuali e Strutture semplici delle Strutture Complesso), Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. Di fatto un nuovo passaggio evolutivo del Servizio Sociosanitario Lombardo.

A seguito dell'approvazione dei nuovi assetti organizzativi previsti dal POAS, la Regione autorizzerà la dotazione organica e i relativi costi con i Piani Triennali di Fabbisogno del Personale.

Nell'ambito degli indirizzi programmatori regionali uno spazio non indifferente è riservato all'autonomia aziendale in capo ai Direttori Generali, alla Direzione Strategica e , di riflesso, ad un altro Organo della ASST importante come il Collegio di Direzione.

Il POAS adottato dalla ASST lecchese risulta al vaglio delle autorità regionali per la sua approvazione. Intorno al problema non c'è stato certo la discussione e il confronto che un argomento del genere merita.

Il Piano organizzativo è composto da un documento descrittivo e da specifici allegati che definiscono l'organizzazione complessiva dell'Azienda, comprensiva di Direzioni, Dipartimenti e relative Strutture afferenti. Quanto basta per conoscere il futuro del sistema sociosanitario della Provincia e in particolare dei suoi due ospedali per acuti, il Manzoni e il Mandic.

Sono questi i documenti che forniscono le indicazioni e i vincoli che una Direzione Strategica è tenuta a rispettare.

Sono gli obiettivi delineati dal POAS , la sua concreta messa in pratica, gli argomenti a disposizione dei livelli politici istituzionali preposti al controllo, con in prima fila gli organismi di rappresentanza dei Sindaci.

La risposta in merito a quale futuro è riservato per il Mandic la troviamo tra queste carte.

Una prima analisi del Piano ci fa ben sperare. Gli ospedali di Lecco e Merate come presidio di secondo livello il Manzoni e di primo livello il Mandic. Questo significa mettere fine immediatamente al dibattito , estremamente negativo per il Mandic, di una sua "retrocessione" come ospedale di base con un limitato numero di posti letto riservati a tre o quattro patologie e senza il Dipartimento di emergenza.

La descrizione delle attività del Dipartimenti ospedalieri, gestionali e funzionali, che passeremo in rassegna, da questo punto di vista offre ampie assicurazioni.

Diverso è il discorso di come queste definizioni trovano la loro concreta attuazione.

Significativa è al momento la situazione che si registra a livello di Collegio di Direzione, collegio elevato a "Organo" dell'Azienda i cui pareri in alcuni casi sono vincolanti anche per il Direttore Generale.

In questo Organo un ruolo importantissimo in tema di assegnazione di risorse economiche e umane alle singole strutture è svolto dai Direttori del Dipartimenti. Questi ultimi sono indicati dal Direttore Generale, che può scegliere tra i Direttori delle Strutture Complesse afferenti al Dipartimento.

Allo stato attuale nessun Direttore di Struttura Complessa del Mandic svolger la funzione di Direttore di Dipartimento. Certo il Direttore di Dipartimento dovrebbe svolgere il suo compito nell'interesse generale del Dipartimento nel suo complesso, l'appartenenza a un Presidio o all'altro non dovrebbe influire sulle scelte...... , ma la storia della sanità insegna altro.

Non a caso ci si chiede perché tempo fa quando quattro Dirigenti del Mandic, Giacomo Molteni (amministrativo), Pierluigi Carzaniga (Chirurgia), Rodolfo Milani Capialbi (Radiologia) e Massimo Vanoli (Medicina) nella veste di Direttori di Dipartimento frequentavano il Collegio di Direzione il clima che si registrava al Mandic era migliore.

Molto probabilmente le indicazioni del POAS non passavano inosservate e nella battaglia per le risorse il presidio meratese era meglio rappresentato.

Quando la Regione ratificherà il Piano organizzativo Aziendale, spetterà alla Direzione Strategica nominare i direttori di Dipartimento, attualmente tutti prorogati fino a quella scadenza. Sarà lì il banco di prova della effettiva volontà del Direttore generale e dei suoi più stretti collaboratori di operare un corretto bilanciamento tra i due presidi per acuti che riteniamo indispensabile per la difesa di entrambi come abbiamo sostenuto nelle precedenti puntate dedicate al Poas.

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Claudio Brambilla
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