Lecco: la dimensione della città a Ferragosto tra equilibri e squilibri

In questi giorni l'inquinamento acustico in città è diminuito, è possibile misurarlo direttamente con la propria coclea, infatti, come effetto il cortisolo si abbassa, le endorfine aumentano e il sonno migliora. Peccato che non sia possibile conoscere i livelli di azoto, anidride carbonica e dei campi magnetici. Stare in città in questo periodo è un esperimento bio-psico-ambientale, perché è possibile percepire come l'incremento o la diminuzione della popolazione, in un determinato spazio ambientale, le soglie del benessere individuale e collettivo migliorano o peggiorano.

I fattori da considerare sono molteplici però una cosa è certa: un ecosistema, e la città lo è, risponde a delle regole che lo governano. Per star bene la città deve essere messa in condizione di non superare determinate soglie. La città è un sistema che registra squilibri che avvengono all'interno. Basta che due persone si picchino, litighino o un gruppo si scontra per mettere in squilibrio il sistema città-sicurezza. Basta che quattro sassi cadano accidentalmente dalla montagna per mettere in squilibrio il sistema-viabilità, che non è preparato ad affrontare il possibile accadimento. Tutto il sistema si altera causando una serie di ripercussioni circolari su soggetto, ambiente, inquinamento.

L'esempio classico è quello del Municipio di Lecco. Per anni non si interviene sulle strutture murarie, poi a un certo punto il sistema è entrato in disquilibrio e sta crollando. La ricaduta coinvolge i servizi per il cittadino, lo spostamento del personale, l'aumento delle spese per gli affitti per le altre sedi, insicurezza nel futuro e incertezza. Sono decenni che la struttura in oggetto è precaria, sono anni che i puntelli sono presenti.

L'amministrazione precedente ha cercato una soluzione minimalista ma fattibile con l'acquisto di una sede che, a sua volta, andrebbe abbattuta e riscostruita ex novo. La nuova amministrazione invece si è imbarca in un'altra avventura e ipotizza l'acquisto del vecchio stabile della Banca Popolare di Lecco da anni vuota, decadente e inquinante che meriterebbe di essere abbattuta, massimo tenendo solo la facciata pseudo neoclassica. Però tutto è fermo in attesa di scelte che rischiano di non prendere in considerazione la dimensione sistemica della vita di una città con le rispettive ricadute.

E' altrettanto discutibile e poco avveniristica la proposta di ristrutturare la scuola elementare di via Amendola di origini architettoniche del ventennio trasformandola in un'ipotetica scuola di tipo svedese. Ci vuole una bella fantasia pensare di trasformare un vecchio rudere fascista in una scuola svedese: ma non è possibile. Le scuole svedesi sono strutturalmente diverse. E' più sano raderla al suolo e costruire tutto nuovo.

La rigeneratività in una città non può fondarsi solo sul recupero di alcuni stabili in disuso per poi trasformarli nei soliti condomini con aumento di volume.

La città di Lecco non raggiungerà mai i cinquantamila abitanti. Ci sono più vani vuoti e appartamenti che abitanti e meno giardini, parchi, spazi aggregativi...

Se la città è un sistema ecologico allora ogni cosa che si fa, determina una ricaduta. La città, come scriveva una volta il sociologo, Roberto Guiducci, nel suo saggio, La città dei cittadini, in anni ormai lontani o Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente, è il prodotto di un riequilibrio. Questa città non richiede più volumi di cemento, inquinamento ambientale per vivere ecologicamente bene.

dr. Enrico Magni
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.