Insubria: il 28 al bunker si apre il processo con rito abbreviato. 10 le udienze previste

Il sostituto procuratore Paolo Storari
17 i lecchesi a giudizio, tutti come ormai noto, sodali - a detta degli inquirenti del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri che si sono occupati dell'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia - a quella che viene indicata come la "cellula" 'ndraghetista attiva dai primi anni '70 a Calolzio. Tra di loro "svetta" con la dote presunta di padrino Antonino Mercuri di Airuno. "Pizzicaferro" - questo il nomignolo con cui viene indicato nelle intercettazioni telefoniche e ambientali operate nel corso dell'indagine, con le microspie che, per la prima volta, hanno ripreso anche un rituale di giuramento e conferimento di cariche - classe 1950, nativo di Giffone, attualmente detenuto a Opera, sarà difeso dall'avvocato Amedeo Rizza del Foro di Milano. Colui il quale viene ritenuto essere il suo vice, ovvero Antonio Mandaglio, detto "Occhiazzi", originario anch'egli di Giffone - così come il padrino Peppe La Mucca - ma residente a Carenno si è affidato invece all'avvocato lecchese Giuliana Casti. La nota penalista Marilena Guglielmana, ancora una volta, sarà al fianco di Giovanni Marinaro, calolziese salito al nord da Caronia (Messina), già suo cliente ai tempi di Wall Street. Hanno operato scelte diverse, quanto ai difensori, i tre fratelli Condò: Antonio, classe 1970, di Torre dè Busi è nelle mani dell'accoppiata Cristian Malighetti e Sergio Colombo; Marco, un anno più giovane, con casa a Sotto il Monte in quelle dell'avvocato Elisa Magnani mentre Ivan, il più piccolo, classe 1975, calolziese in quelle dei legali Stefano Pelizzari e Alessandra Carsana che difendono anche il carennese Rosario Gozzo, 51enne originario pure lui di Giffone.
Hanno scelto difensori milanesi Giovanni Buttà, domiciliato a Calolziocorte, il 65enne Domenico Lamanna e Francesco Petrolo di Torre dé Busi. Il primo è assistito da Roberto Brambilla mentre gli altri due, d'ufficio, dall'avvocato Giuliana Scaricabarozzi.
E' affiancata invece dal collega del Foro di Palmi Alvaro Andrea, l'avvocato sempre di Milano Roberta Cantoni che curerà gli interessi di Luca Mandaglio , già scarcerato. E dal Tribunale calabrese salirà anche il penalista Guido Contestabile nominato di fiducia dal giovane Nicholas Montagnese (classe 1992) e dallo zio Pietro Salvatore Valente, nativo di Taurianova ma residente a Torre dé Busi. Tra gli arrestati lo scorso 18 novembre, tra l'altro, figura anche suo figlio 17enne nei confronti del quale procede il Tribunale dei minorenni.
Completano l'elenco Vittorio Varrone, lecchese, classe 1973 assistito dall'avvocato Marco Rigamonti; Bartolomeo Mandaglio, giffonese con casa a Vercurago difeso dall'avvocato Tiziana Bettega nonchè Albano e Antonino Panuccio di Dolzago (rispettivamente classe 1981 e classe 1957, nipote e zio che misero tra l'altro a disposizione l'ormai famoso casolare di famiglia di Castello Brianza, sede di alcune mangiate con tanto di giuramenti in nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora) nelle mani dell'avvocato Paolo Camporini di Como che assisteva anche Michelangelo Panuccio - mai entrato in carcere per problemi di salute - spirato nelle scorse settimane.
Tutti - a vario titolo - devono difendersi dall'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, accusa che sarà sostenuta in Aula dai sostituti procuratore Paolo Storari e Francesca Celle che già nelle primissime udienze - visto il rito scelto - rassegneranno le proprie conclusioni avanzando anche le richieste di condanna verso le quali si "opporranno" i difensori che monopolizzeranno le sedute successive fino al verdetto finale.
A.M.