Un anno di accoglienza, all’oratorio di Maggianico festa con i protagonisti di 'Lecco ospita l’Ucraina'
Grande festa questo pomeriggio all’oratorio di Maggianico in occasione de “Il cuore ritrovato”, l’iniziativa organizzata dai promotori del programma “Lecco ospita l’Ucraina” per riunire tutte quelle famiglie che, ormai più di un anno fa, hanno aperto le porte a centinaia di profughi in fuga dalla guerra. Prima dell’atteso spettacolo, sul palco del teatro adiacente l’oratorio di via Zelioli sono saliti i rappresentanti degli enti promotori tanto del programma di accoglienza quanto del pomeriggio odierno.
Paola Cavalcanti, Maria Grazia Nasazzi e Guido Agostoni
“Si è creato un circolo virtuoso, il territorio ha risposto veramente bene alle esigenze di accoglienza. Con questo spettacolo, chi è stato accolto restituisce in parte l’amore e la generosità che ha ricevuto. Perché l’amore è sempre un circolo alla fine” ha sottolineato Paola Cavalcanti, viceprefetto di Lecco. “L’emergenza ucraina è stata dolorosa ma ha spinto istituzioni, associazioni e famiglie ad incontrarsi e a lavorare insieme. Noi siamo contenti di aver contribuito ma il gruppo è stato l’elemento vincente. Questa è la dimostrazione che da soli non si va da nessuna parte” ha aggiunto Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del lecchese.
È quindi intervenuto Luigi Maniglia, ideatore e regista dello spettacolo che stava per iniziare. “Si tratta di una libera interpretazione della fiaba. Abbiamo scelto il teatro – danza come mezzo di espressione perché ci ha consentito di superare la barriera linguista dato che il testo era scritto in due lingue”. Luigi Maniglia
La performance, infatti, era basata sulle musiche di Maurizio Rocca, compositore lecchese, su proiezioni video e sull’abilità espressiva di Davide, Leda, Greta e Marika, quattro giovanissimi allievi della scuola di teatro – danza dell’associazione Punto e a capo di Calolziocorte. Uno spettacolo ipnotico, struggente e d’impatto che ha emozionato il pubblico in sala, scioltosi in una grande applauso quando poi si sono riaccese le luci.
A.Bes.