Lecco: 'siamo nell'intervallo tra primo e secondo atto'. Si punta a riaprire il Teatro per i suoi 180 anni
L’obiettivo, quanto meno la speranza, è di riaprire il Teatro della Società entro la fine del 2024, anno in cui l’edificio dell’architetto Giuseppe Bovara celebra i suoi 180 anni: l’inaugurazione avvenne infatti la sera del 28 settembre 1844 con la rappresentazione dell’“Anna Bolena” di Gaetano Donizetti. Chiuso poi negli anni Cinquanta, il teatro corse il rischio d’essere addirittura demolito per poi essere acquisito dal Comune, ristrutturato e riaperto nel 1969 con il melodramma che lasciava il posto alla prosa e “L’ultima sera di carnevale” di Carlo Goldoni a celebrare la nuova era.
Del nuovo intervento di recupero aveva cominciato a occuparsi la precedente amministrazione comunale. Nell’ottobre 2020, appena insediata la nuova giunta, sono partiti i lavori che hanno dovuto fare i conti anche con una serie di imprevisti. Nei prossimi giorni saranno collaudate le opere relative al primo lotto e successivamente si metterà mano al secondo lotto contando appunto di concludere entro la fine del prossimo anno così da poter riaprire in tempo per la stagione di prosa 2024-25.
L’architetto Berlucchi si è invece soffermato sul progetto di recupero, rilevando come un teatro non sia un edificio qualsiasi ma una macchina complessa perché richiede anche una serie di impianti necessari per il proprio funzionamento. I lavori fin qui eseguiti hanno riguardato la bonifica e l’adeguamento alla normativa antincendio, il rifacimento della copertura e il rinforzo della struttura nel suo complesso, il consolidamento di diverse parti, i nuovi impianti elettrici, oltre che di riscaldamento e raffrescamento.
Ora si andrà al completamento: pavimentazione, nuovo rivestimento dei palchi che migliorerà anche l’acustica, restauro dei palchi, del ridotto, del foyeur, del portico d’ingresso, sistemazione di corridoi e bagni. Alcune parti saranno mantenute nell’aspetto che conosciamo e altre saranno più moderne anche senza stravolgere la natura complessiva di un teatro dell’Ottocento. In previsione anche la realizzazione di un nuovo accesso sul retro per gli impianti scenici delle compagnie e la realizzazione di un dehors in metallo e vetro davanti al bar, recuperando pur in chiave contemporanea il prospetto originale. Si dovranno inoltre pensare non solo a una sistemazione della facciata su piazza Garibaldi ma anche una riqualificazione della parete retrostante completamente cieca e che in realtà è la prima quinta che ci si trova davanti quando si entra in città dalla via Leonardo da Vinci e richiederebbe quindi una maggiore valorizzazione, accantonata ormai da tempo l’idea che negli anni scorsi aveva avanzato Alfredo Chiappori di realizzare un’abside per allargare il palcoscenico consentendo così di poter ospitare spettacoli di maggiore “ingombro”.
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D.C.