Cleopatra è la 'queen' di Lecco: portando sul palco la sua storia vince la drag race
Nel giorno dell’incoronazione di Re Carlo d’Inghilterra anche Lecco ha avuto la sua queen: Cleopatra, la vincitrice della drag race che si è svolta la sera di sabato 6 maggio presso il Circolo Libero Pensiero. Nel suo abito rosa luccicante ha calcato il palco recitando una pièce teatrale, scritta da lei e dedicata a tutte le altre nove performer coinvolte nell'iniziativa. Nel testo, la vincitrice della competizione, descrive il momento e le sensazioni di quando ha capito di volersi esibire mostrandosi sul palco per ciò che è realmente. Un pezzo molto toccante e carico di significato che ha convinto i quattro giudici e ha mandato il pubblico in visibilio.
L’obiettivo principe della serata - ci ha spiegato Franco De Flumeri, giudice e tra i promotori dello show - è stato dare carta bianca alle performer, perché la volontà di base era che l’evento fosse manifesto di libertà di espressione di genere. Non bisogna fare l’errore di limitarsi a vedere queste performance esclusivamente come forma d’arte, perché al di là del costume, al di là del trucco, oltre i luccichii e le crinoline c’è un messaggio ben preciso: “parità, identità e libertà”, uno slogan che rivendica il diritto alla libertà di espressione e chiede che vengano riconosciuti pari diritti.
prevenzione e della consapevolezza della malattia, togliendo quel famoso “alone viola” che aleggiava negli anni ‘90 intorno all’HIV.
Cleopatra
L’obiettivo principe della serata - ci ha spiegato Franco De Flumeri, giudice e tra i promotori dello show - è stato dare carta bianca alle performer, perché la volontà di base era che l’evento fosse manifesto di libertà di espressione di genere. Non bisogna fare l’errore di limitarsi a vedere queste performance esclusivamente come forma d’arte, perché al di là del costume, al di là del trucco, oltre i luccichii e le crinoline c’è un messaggio ben preciso: “parità, identità e libertà”, uno slogan che rivendica il diritto alla libertà di espressione e chiede che vengano riconosciuti pari diritti.
prevenzione e della consapevolezza della malattia, togliendo quel famoso “alone viola” che aleggiava negli anni ‘90 intorno all’HIV.
Giulia Franzolini