Perledo: insulti e minacce 'social' al sindaco dopo una multa, a processo
L'ex sindaco Nando De Giambattista
I fatti risalgono al febbraio 2020 e a ripercorrere gli eventi sono stati, questa mattina, la parte civile e la figlia.
“Mi stavo recando in municipio per un consiglio comunale” ha raccontato l'ex primo cittadino al giudice Gianluca Piantadosi, rispondendo alle domande del vice procuratore onorario Mattia Mascaro. “Sono passato davanti al bar e non potevo raggiungere il palazzo in auto in quanto c’erano parcheggiati tre veicoli in ZTL, dove non erano autorizzati. Ho raggiunto il municipio a piedi, ho preso il blocchetto delle contravvenzioni e sono tornato per sanzionare, in quanto pubblico ufficiale, le tre macchine. Dopo che ho multato la prima, sono uscite delle persone dal bar e una mi ha chiesto se stessi facendo delle sanzioni. Io ho risposto affermativamente in quanto lì non si poteva parcheggiare. Uno di loro è salito in auto e se ne è andato. Mentre tornavo in municipio a piedi l’imputato mi ha seguito e ha iniziato a insultarmi. È stato raggiunto dell’amico che aveva preso la multa il quale gli diceva di smetterla, ma lui continuava. E’ arrivato anche il vicesindaco e poi io sono entrato in comune per la seduta”.
A preoccupare il primo cittadino di Perledo, in realtà, non sono stati tanto gli insulti quanto le presunte minacce arrivate qualche giorno dopo via social.
Pubblicata la fotografia dell’auto con la multa elevata dal borgomastro, infatti, l’imputato oltre alle frasi ingiuriose rivolte verso “Nando” avrebbe aggiunto “Ti farò un letto di velluto”, con un esplicito riferimento ai servizi di onoranze funebri.
“Sono stato avvisato da una persona che su Facebook c’erano delle frasi diffamatorie nei miei confronti e delle minacce. Mia figlia allora ha controllato e ha salvato quelle pagine con i commenti” ha proseguito De Giambattista. “Qualche giorno dopo gli insulti ho fatto la denuncia, ma quando c’è stata la minaccia mi sono preoccupato. Da lì ho passato tre anni a guardarmi le spalle”. Destinatario degli insulti sul profilo dell’odierno imputato era tale “Nando”, diminutivo utilizzanto in paese per indicare il sindaco Fernando. A corroborare la convinzione che fosse proprio lui l’oggetto della rabbia dell’imputato, la fotografia con la multa in testa ai commenti.
Al banco dei testimoni è poi salita la figlia Elena che ha confermato la presenza di questi insulti via social, rinvenuti sulla pagina pubblica dell’imputato, salvati come screeen shot, consegnati all’autorità con la denuncia e poi cancellati qualche giorno dopo.
L’udienza è stata aggiornata al 24 novembre alle ore 10.40 per il completamento dell’istruttoria.
S.V.