Il Lecco la B la deve giocare a Lecco. Si trovi insieme il modo

Il consigliere comunale Filippo Boscagli, primo a sinistra, domenica allo stadio
con il "collega" Andrea Corti, il consigliere regionale Giacomo Zamperini
e Alessandro Negri, consigliere comunale a Oggiono
La B è un sogno che ha delle ricadute nella realtà.
Possiamo immaginare un nuovo stadio e lavorarci nel prossimo PGT, probabilmente lo dobbiamo fare davvero se vogliamo che il futuro bluceleste sia in queste categorie e degno della sua storia.
Quello che oggi però è immediatamente necessario è che il Lecco giochi la B a Lecco, non avrebbe senso una Calcio Lecco altrove, ed il campionato è dietro l'angolo pur con qualche ovvio mese in esilio altrove. “Support your local team” è una tradizione anglosassone, certo associabile al nostro stadio all’inglese, ma è soprattutto una nostra imprescindibile identità.
Tutti abbiamo visto l'importanza di questo sogno per l'intera città, certamente per chi tra noi ha sempre tifato, ma è stato soprattutto un percorso bellissimo che ha riportato in massa le famiglie al Rigamonti Ceppi. Senza voler fare l’ennesima esaltazione italiana del calcio bisogna anche evitare di sottovalutarne l’importanza sportiva, sociale, oltre che a questi livelli anche economica e turistica.
5.500 posti, spogliatoi, servizi igienici e infermeria sono alcune delle priorità di un impianto comunale che sente gli anni che ha e le categorie vissute.
L'amministrazione deve muoversi immediatamente.
Su questo noi siamo prontissimi a sostenere un "intergruppo bluceleste" con tutto l'arco costituzionale locale per trovare l'immediata soluzione all'urgenza e supportare quanto può essere fatto dall'aula, come abbiamo sempre fatto nei momenti importanti per il territorio. Significa riconoscere che qualcosa di grande è accaduto ed ha bisogno un sostegno per andare avanti, a prescindere dalla fede calcistica.
Quest'anno sono stati chiesti 7 milioni di euro di nuove tasse e tariffe, è difficile immaginare che questa amministrazione voglia trovare a Bilancio grandi fondi, ma l'impianto è comunale e la proprietà nostra, quindi non è tollerabile non intervenire a tutela del proprio patrimonio. Lo stadio è scomodamente in centro e le vie strette, tutto vero ma il Sindaco non può fermarsi al problema, la politica deve dare risposte.
Da un lato devono esserci le istituzioni (Città, Provincia, Regione), con le proprie partecipate più sane che grazie a super dividendi possono ipotizzare di sostenere il patrimonio locale, dall’altro il tessuto sociale ed imprenditoriale, pur sapendo che siamo una piccola realtà di 50.000 abitanti di fronte a un mondo di Metropoli del calcio.
E’ una prova per verificare se il sistema Lecco, fondamentale per ogni aspetto dello sviluppo del nostro territorio, è in grado di assumersi nuove responsabilità, fare squadra e trovare soluzioni.
Filippo Boscagli
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