Primo report di sostenibilità per Confindustria Lecco e Sondrio, modello per le aziende

Un sostegno alle imprese lecchesi e valtellinesi affinché presentino i cosiddetti bilanci di sostenibilità che ne certificano l’affidabilità ambientale e sociale. Ciò non solo per ragioni etiche, ma anche per una semplice questione di affari. Perché in questa direzione va anche il mercato.

Vale a dire che le peculiarità di un sistema organizzativo e produttivo “sostenibile” conteranno sempre di più nella valutazione di un’azienda. Già oggi, peraltro, si è passati a una fase più avanzata: il termine “sostenibilità” è infatti ritenuto già desueto e sin usa l’acronimo “Esg” che sta per Environmental (ambientale), Social (società) e Governance (governo e gestione).
Il progetto parte da Confindustria Lecco-Sondrio che, per essere più convincente, ha presentato il proprio bilancio di sostenibilità, il primo “report” relativo al triennio 2020-22.

L’iniziativa è stata presentata in un incontro tenutosi alla sede lecchese dell’associazione imprenditoriale e aperto dal saluto del presidente Plinio Agostoni: «Come Confindustria – ha detto – vogliamo lanciare questo segnale. Vogliamo supportare le nostre imprese nell’iniziare questo percorso, aiutarle a muoversi in direzione della sostenibilità».
E a portare una testimonianza importante è stata invitata la Feralpi, l’impresa siderurgica bresciana esistente dal 1968 e diventata un gruppo industriale con 16 stabilimenti in Europa, 2 milioni e mezzo di acciaio prodotto ogni anno, gruppo del quale dal 2015 fa anche parte il Caleotto-Arlenico, marchio simbolo dell’industrializzazione lecchese.
Dal 2004, la Feralpi ha imboccato la strada della “rendicontazione di sostenibilità”, diventando così «un faro da seguire» per usare le parole dello stesso Agostoni.

A rappresentare la Feralpi e a spiegarne il “percorso sostenibile” intrapreso ormai quasi vent’anni fa è stata Isabella Manfredi, direttrice dalla Comunicazione e delle Relazioni esterne. La quale ha ricordato come nel 2004, quando si cominciò a parlare di rendicontazione di solidarietà, la si pensava come un vezzo da campagna di marketing, un costo d’impresa, una moda. E infatti all’inizio nel consiglio di amministrazione dell’azienda vi furono molto scetticismo e «reazioni vivaci», con le domande ricorrenti su eventuali obblighi e sui reali vantaggi che ne avrebbe tratto l’impresa. Finché si comprese che non fosse un costo bensì un investimento.
«Indubbiamente – ha detto Manfredi – la nostra azienda che produce acciai per l’edilizia e acciai speciali, ha un impatto ambientale molto forte. Ed è proprio per questo che occorre intervenire con misure visibili anche all’esterno. Redigendo accanto al piano industriale un piano di sostenibilità in cui si indicano alcuni obiettivi dopo di che se certi obiettivi non vengono raggiunti deve essere reso evidente e giustificato. Nel tempo, il gruppo Feralpi ha allargato il suo impegno investendo in fonti rinnovabili con parchi fotovoltaici e interventi sull’eolico. Occorre capire che oggi quando viene scelta un’azienda, l’impegno sulla sostenibilità è uno degli elementi che pesano. Ed è un aspetto per il quale i giovani sono molto sensibili».

E’ poi intervenuto Marco Brusati della società Whatmatters, operante nel sostegno alle imprese nel settore della sostenibilità. Brusati ha fatto parte del gruppo che ha redatto il bilancio di sostenibilità di Confindustria Lecco-Sondrio ed è stato quindi lui a presentare il documento, spiegandone i contenuti.

Nel bilancio definito “Report integrato 2022”, complessivamente una novantina di pagine, viene presentata la sede confindustriale periferica sul fronte organizzativo, della storia, della “visione” e dei “valori”, su quegli scopi sociali che oggi vanno sotto il nome di “missione”. E poi il codice etico, le politiche della qualità gestionale, le certificazioni, il business con i servizi erogati. Per arrivare al cuore, vale a dire le strategie di sostenibilità con lo sguardo rivolto all’economia circolare, all’acqua (gestione razionale, uso consapevole e sostenibile, ricadute sociali sulla produzione di energia elettrica che soprattutto in Valtellina ha un ruolo non secondario), energia (efficienza, sicurezza, transizione, cittadinanza consapevole), lo sviluppo del capitale umano, l’attenzione a benessere, diversità e inclusione, nonché alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. E, ancora, etica e trasparenza del business, cultura e gestione dell’innovazione, organizzazione, ruoli e responsabilità. Punti di riferimento, i territori, le aziende, gli enti formativi, i consulenti, le comunità, le scuole, i dipendenti, i fornitori. Vengono poi riportate le performance dell’associazione nel corso del triennio con i dati relativi a consumo di energia elettrica, combustibile e acqua, alle emissioni nell’ambiente. Fino all’impegno nella società.

Infine, Martina Gandola del Servizio sostenibilità della Confindustria locale ha presentato le iniziative per il sostegno diretto delle imprese associate che intendono imboccare la strada della sostenibilità, attraverso una serie di passaggi: dal check-up iniziale alla formazione, del report di sostenibilità alla comunicazione strategica e alla valorizzazione delle performance, fino alla valutazione dell’impatto ambientale e alla certificazioni sotto l’aspetto della parità di genere e della promozione della salute sui luoghi di lavoro.
D.C.
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