Il post pandemia degli Airoldi e Muzzi, tra conti (lievemente) ancora in rosso e aumento della 'complessità'
I due anni di pandemia da covid come spartiacque per molte  attività. E anche per gli Istituti Airoldi e Muzzi – la casa di riposo  storica della città di Lecco – c’è un prima e un dopo. Di carattere  finanziario, certo, con il bilancio rimesso in sesto pur restando ancora  in leggero rosso. Ma anche di prospettive. Perché proprio l’esperienza  vissuta durante i due anni di pandemia impone un ripensamento del ruolo  delle “rsa” (residenze sanitarie assistenziali, secondo la terminologia  ufficiale) nella società. Non è dunque un caso che i vertici degli  “Airoldi e Muzzi” abbiano promosso una conferenza stampa per presentare  il bilancio dell’attività e alla quale sono intervenuti il presidente  Giuseppe Canali, la vicepresidente Rosaria Bonacina, il consigliere  Maurizio Crippa, il direttore generale Marco Magnelli e il direttore  sanitario Andrea Millul.

Giuseppe Canali
Proprio nei giorni scorsi, il consiglio di amministrazione dell’ente ha approvato il bilancio del 2022 che si chiude con una perdita di 93mila euro, ma nei due anni pandemici il passivo era stato decisamente maggiore: 516mila euro nel 2020 e 413mila nel 2021. «Non ci fossero stati i costi energetici – ha detto il presidente Canali – saremmo tornati in attivo».A consentire  il “recupero” anche l’aumento delle rette intervenuto lo scorso anno  (da 82 a 84 euro al giorno per ospite nelle strutture principali e da 67  a 73 per quelli del padiglione “Resegone”).

Ginnastica di gruppo all'aperto (foto pubblicate sui social dagli IRAM)
Complessivamente, il giro finanziario si attesta sui 16 milioni di euro, dieci dei quali destinati al personale. E proprio sul fronte del personale, come per le altre strutture del settore sanitario, il grande problema è costituito dalla mancanza di infermieri, rendendo quindi necessario la predisposizione di progetti mirati come la riqualificazione e la formazione professionali degli operatori sociosanitari e degli ausiliari socioassitenziali. Non solo. Anche i cambiamenti del mercato del lavoro e i nuovi “orizzonti” dei giovani comportano un turn-over più massiccio. I dati: al 31 dicembre 2022, i dipendenti dell’”Airoldi e Muzzi” erano 366 ai quali vanno aggiunti i 19 medici e specialisti esterni. Nel corso dell’anno sono stati assunti 81 lavoratori (di cui 73 a tempo pieno e 8 part-time), mentre le dimissioni sono state 60. Il saldo è attivo di 21 dipendenti ma è evidente l’avvicendamento serrato.
Rosaria Bonacina
Nel  contempo, si è dovuta ricostruire anche l’intera rete di volontariato  che resta «una presenza fondamentale – ha sottolineato Bonacina – che  affianca l’attività quotidiana del nostro personale». Erano 95 le  persone che si erano messe a disposizione della struttura. Durante il  covid, quando l’ingresso è stato interdetto, se n’è persa per strada una  settantina e passa. Sono infatti 22 i volontari che si sono  ripresentati. E’ stato quindi necessario, anche attraverso la  convenzione con altre associazioni, lanciare una campagna per  implementarne il numero. Ora si è a quota 60, la maggior parte dei quali  si colloca nella fascia di età tra i 60 e i 69 anni (34 volontari),  mentre 7 hanno tra i 40 e i 59 anni e 18 tra i 70 e gli 80. 

Ad abbassare  l’età, il gruppo di trenta studenti dell’istituto Bertacchi che ha  preso al progetto di “VolonTalento” e si è alternato un paio di  pomeriggi settimanali per svolgere attività di animazione. Attività che,  in virtù anche della collaborazione con altre realtà (Fondazione  comunitaria del Lecchese, Fondazione Amplifon, Crams) si intendono ad  ampio raggio: viaggi virtuali, yoga, spettacoli teatrali e musicali,  arteterapia, “milonghe condominiali”, laboratori vari. Inoltre, la  convenzione con la cooperativa Sineresi consente il funzionamento del  bar interno che è luogo tra i principali per la socializzazione degli  ospiti e che consente anche ai famigliari di poter pranzare (per un paio  di giorni feriali e la domenica) assieme ai propri congiunti.

Maurizio Crippa
Come detto, però, il ruolo della casa di riposo di Germanedo va ripensato proprio per l’innalzamento dell’età e quindi anche delle patologie. L’impegno sotto l’aspetto sanitario diventa infatti sempre più pressante. Per quanto riguarda gli anziani. Da un lato perché l’istituto diventa spesso riferimento in caso di dimissioni ospedaliere e dall’altro perché le famiglie ricoverano la persona anziana soltanto quando una serie di patologie diventa di difficile gestione a casa. Nonostante l’ “Airoldi e Muzzi” garantisca anche un’assistenza domiciliare (lo scorso anno sono state oltre cinquemila le prestazioni erogate) per potenziare la quale occorrono però contributi più sostanziosi da parte di Regione e Stato.
Andrea Millul
Inoltre, quello che un tempo  si chiamava ospizio oggi deve anche sopperire al disimpegno della  medicina pubblica nel campo psichiatrico, ospitando pazienti anche  giovani bisognosi di cure che le famiglie non sono in grado di gestire  da casa e che gli ospedali del servizio sanitario tendono a non prendere  in carico. Si aggiungono i casi di vita vegetativa (20 posti letto) e  di Alzheimer (40). Alle “rsa” viene dunque chiesto di fare sempre più  fronte a una maggiore complessità clinica degli ospiti, i quali magari  trascorrono nei padiglioni di Germanedo periodi limitati di tempo: lo  scorso anno, per esempio, sono stati 30 gli ospiti che hanno potuto  rientrare a casa propria. 

Dato decisamente confortante per operatori e dirigenti, il grado di soddisfacimento da parte dei famigliari degli ospiti per i servizi erogati: siamo al 98,46% per cento.

Marco Magnelli
La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sui lavori in corso alla residenza “Bettini-Pazzini-Gerosa-Crotta”. Opere di riqualificazione per complessivi 3 milioni di euro per i quali si è ricorso al superbonus del 110%. I lavori riguardano il rifacimento dell’intonaco esterno, dei serramenti, la posa del cappotto, la coibentazione del sottotetto, la sistemazione dei balconi, il rifacimento degli impianti. Avviato nel mese di gennaio di quest’anno, il cantiere dovrebbe essere completato nel mese di dicembre.
        		D.C.   			
   					













