Monte Marenzo: progetto da 300.000 euro per proteggere Levata dalla caduta massi

Il geologo Dott. Luigi Corna
Revisione ed aggiornamento degli studi di pericolosità secondo metodologie scientificamente più aggiornate; valutazione di possibili sistemi previsionali basati su criteri di monitoraggio e manutenzione; realizzazione di barriere paramassi capaci di assorbire una grande quantità di energia, sino a 3000 kJ., alte cinque metri e per uno sviluppo di circa 100 metri sul fronte non interessato dalle reti precedentemente posate. Queste in linea generale le operazioni in fase di realizzazione che il geologo dott. Luigi Corna ha presentato all'amministrazione di Monte Marenzo. Un progetto dell'importo complessivo di 300.000€, così ripartiti: 120.000 con mezzi del bilancio comunale, 100.000 grazie ad un contributo della Regione Lombardia e 80.000 euro sono la compartecipazione delle Ferrovie.
Ovviamente questi lavori non riusciranno a ridurre a zero i rischi, data l'imponenza dell'area interessata e la complessità geologica dell'unità rocciosa, caratterizzata da sedimenti stratificati che con l'azione degli agenti atmosferici (alternanza di gelo e riscaldamento, nonché il lavorio delle piogge) tende a rilasciare massi anche di considerevoli dimensioni, ma la probabilità che si verifichino distacchi sarà notevolmente ridotta. Inoltre, come sottolineato dal geologo e poi dal sindaco Paola Colombo, "la prevenzione in questi casi è tutto". Proprio per questo è stato avviato un progetto che vede la collaborazione dell'università di Brescia Si tratta di un'iniziativa sperimentale per la costruzione di un modello matematico che permetta di scoprire la natura delle rocce attraverso sistemi automatici (rilievi con droni). In questo modo sarà possibile approfondire gli studi sulle zone più a rischio: "un progetto di monitoraggio che possa proseguire negli anni. L'amministrazione non si è fermata di fronte alle nuove tecnologie. La volontà è approfondire per provvedere alla messa in sicurezza del territorio" ha spiegato il geologo.
Immagini dei disastri causati nel maggio 2013 dal distacco di massi
"I tempi ovviamente sono molto stretti. Abbiamo già iniziato i lavori di perforazione e i primi ancoraggi. Nell'arco di un mese e mezzo dovremmo finire la prima fase di lavorazione, dopodiché saranno avviati gli interventi di manutenzione. Gli interi lavori dovrebbero quindi terminare entro giugno" ha spiegato il dott. Luigi Corna.
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P.M.