I nuovi arrivi in Fratelli d’Italia attizzano lo scontro tra 'Mastro' e 'Zampe'

Non si può certo dire che l’accoglienza sia stata trionfale. Mezzora scarsa di “cerimonia” officiata dal coordinatore provinciale Mastroberardino, due parole di circostanza dei nuovi ospiti e il mesto brindisi. L’ingresso in Fratelli d’Italia di Alfredo Casaletto e Piefrancesco Mazzoleni (assente Livia Valentini) è stato celebrato in modalità quattro amici al bar. Grande assente il consigliere regionale e militante storico sin dai tempi del MSI, Giacomo Zamperini che probabilmente non ha visto di buon occhio questa manovra. Per almeno due ragioni, azzardiamo.

La prima: non è che Alfredo Casaletto, tesserato di Forza Italia fino al 2020 e poi dato in quota Lega, si sia riscoperto “Fratello” per chissà quale ideologia. Ombra del sindaco di Merate, a sua volta fedelissimo di Mauro Piazza, è a quest’ultimo che si deve l’astuta manovra di “piazzare” Casaletto alla guida della Fiamma tricolore meratese. In altre parole, a muovere gli scacchi è sempre il grande tessitore, sottosegretario regionale, abilissimo nelle manovre di Palazzo. La seconda. Mastroberardino, avversario storico di Zamperini, si è avvicinato pericolosamente a Piazza il quale, dopo aver “ispirato” dall’esterno le scelte di Forza Italia guidata da Davide Bergna, ora tenta di “influenzare” anche Fratelli d’Italia per ottenere il controllo totale del centrodestra lecchese. Ma Forza Italia, grazie a un colpo di reni e di orgoglio di vecchi militanti come Antonio Conrater da Cernusco ha chiesto e alla fine ottenuto il cambio di coordinatore e ora al posto di Bergna c’è Roberto Gagliardi che sembra intenzionato a agire in piena autonomia. Il che significa alleato ma non subalterno alla Lega di Piazza. Segnali di autonomia ce ne sono già stati. Ad esempio quando si è trattato di eleggere il rappresentante lecchese in seno al Consiglio delle Autonomie Locali. Il leghista Panzeri di Merate puntava alla riconferma, spalleggiato dalla presidente della provincia Alessandra Hofmann. Ma da Forza Italia si sono levati segnali negativi, tanto che Panzeri, sconfessando la povera Hofmann ha ritirato prontamente la candidatura.

Dunque una manovra a tavolino, nessuna conversione ideologica, solo la necessità di occupare un posto. Carenno non fa molto testo, ma Merate è la seconda città della Provincia. Non si può perderla. E siccome Fratelli d’Italia di fatto non esiste, ecco spiegato il passaggio di Casaletto. Del resto non nuovo a cambi clamorosi. Nel 2009 a Merate si era candidato con i leghisti Andrea Robbiani E Massimo Panzeri, il primo, sindaco, il secondo assessore ai Lavori pubblici. Ma nel 2014, con candidato sindaco proprio Panzeri, Casaletto gli aveva preferito Andrea Massironi che, ragionevolmente, aveva più possibilità di vincere. E infatti così è stato. Nel 2019 però si è rimesso a disposizione di Panzeri, questa volta candidato sindaco, vincente.

E siccome Panzeri tenta il bis ecco spiegato il posizionamento di Casaletto. Nulla di nuovo, insomma. Solo banali manovre di bassa politica.

C.B.
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