Omicidio di Sogno: la Corte dice no alla revisione del processo. L'avvocato di Guzzetti, 'per rispetto della verità si potevano disporre accertamenti'

Non ci sarà alcuna revisione del processo per l'omicidio della pensionata torrebusina Maria Adeodata Losa. Non ora, almeno. Questa mattina, dopo breve camera di consiglio, i giudici della prima sezione penale della Corte d'Appello di Brescia hanno rigettato l'istanza depositata dall'avvocato bergamasco Luca Del Bue, legale di Roberto Guzzetti, il 66enne con residenza a Lecco e seconda abitazione a Sogno, condannato, con sentenza divenuta definitiva dopo la pronuncia della Cassazione nell'ottobre 2020, a ventidue anni di carcere quale assassino dell'anziana, freddata con una serie di coltellate nel giugno del 2016.

La vittima: Maria Adeodata Losa, 88 anni

La discussione era calendarizzata per lo scorso 11 luglio. Ricalendarizzata per quest'oggi è stata tutto sommato snella, come veloce è stata poi la camera di consiglio.
60 i giorni di tempo che il collegio si è riservato per il deposito delle motivazioni. Nel proprio intervento il rappresentante della Procura Generale ha chiesto il rigetto dell'istanza di revisione della sentenza di condanna in capo al lecchese, ritenendo di fatto "granitiche" le pronunce tanto della Corte d'Assise di Como tanto di quella d'Appello di Milano che avevano condannato Guzzetti in prima battuta a 24 anni, scesi poi a 22 in seconda, ritenendo l'uomo colpevole in via principale sulla base delle intercettazioni operate in carcere dopo l'arresto e sui rilievi condotti sul luogo dell'omicidio. Più nel dettaglio, già in cella, allora indagato, "interrogato" da uno zio, aveva ammesso le proprie responsabilità, con le sue dichiarazioni captate dagli inquirenti e finite poi nel fascicolo curato dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, a capo dell'attività investigativa, delegata ai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco. Quest'ultimi erano riusciti altresì a isolare, sulla tovaglia cerata della cucina dell'appartamento di Sogno teatro della mattanza, una impronta proprio di Guzzetti su una macchia di sangue, a riprova dell'effettiva presenza del sospettato sulla scena del crimine.

L'imputato: Roberto Guzzetti

Alla richiesta di rigetto avanzata dunque dalla PG, si è allineato anche il legale di Cristina Bonacina, nipote della vittima, costituitasi parte civile. Ha chiaramente argomentato in senso opposto l'avvocato Del Bue, affiancato dallo stesso assistito, tradotto in Tribunale a Brescia dal carcere di Bollate dove sta scontando la lunga pena detentiva irrogata a suo carico.

"La decisione odierna - ha dichiarato il legale - mi rattrista perché i temi introdotti - quello dei rapporti bancari e delle polizze assicurative oltre alla questione della successione - non sono stati risolti. I dubbi rimangono. Nessuno ad oggi ci ha detto chi è il beneficiario della polizza stipulata dalla signora Losa, dove sono finiti i 17.000 euro movimentati dai suoi conti e che fine farà la casa che aveva generato tanto livore prima dell'assassinio. Prendo dunque atto del rigetto. Ritengo però che, quantomeno per rispetto della verità, si potesse disporre un accertamento”.

Una foto scattata a Sogno il giorno del ritrovamento del cadavere della pensionata

Ed ancora “leggeremo poi le motivazioni. Quelle introdotte per me erano prove nuove, temi non ampiamente valutati duranti il giudizio. Poi quali altre possibilità avremo? Sollevare nuovi spunti di indagine per il merito della questione e dunque l'omicidio in sé, diversi dai temi affrontati oggi".

A.M.
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